domenica 31 luglio 2016

I sionisti vogliono farci combattere contro i loro nemici




Un lettore mi scrive: “Pur condividendo il tutto dalla prima all’ultima riga, e pur consapevole che è in atto una strategia del terrore, mi viene difficile non provare ostilità verso i musulmani”. Rispondo: ma questo suo sentimento è del tutto legittimo! Da Poitiers (732) a Lepanto (1571) all’assedio ottomano di Vienna (1683), le ricorrenti grandi invasioni musulmane hanno lasciato un segno nella memoria storica. E ben a ragione. Il punto è che l’Europa è riuscita a respingere quelle invasioni islamiche in forza della sua fede cristiana; regni e principati europei litigiosi trovarono la loro unità davanti a quello che sentivano come il Nemico; di fronte ad esso, l’Europa si scoprì di nuovo Cristianità. Sulle mura d i Vienna il beato Marco d’Aviano, confessore del sacro romano imperatore, alzò il crocifisso; noi vincemmo con una truppa (fra cui c’erano anche cosacchi) che era metà di quella ottomana. Anche a Lepanto episodi di valore incredibili furono assistiti da eventi miracolosi, con la spada e il Rosario.



Ecco il problema. Oggi gli europei hanno rigettato la loro fede, e quindi – a meno di un intervento divino – perderanno. Paradossalmente, ha ragione El Papa, “ questa non è guerra di religione”, perché loro ce l’hanno e noi no. Infatti persino lui non ha più quella cristiana, e ha adottato l’universalismo umanitario – massonico, come dimostra di essere ogni giorno di più. Distinguiamo bene i piani. Personalmente sono amico di persone islamiche, ne ammiro le qualità e la fedeltà; altra cosa è l’amicizia con “ l’Islam” in quanto forza collettiva. E quando prendo le difese dei palestinesi , non mi muove la carità cristiana, bensì il diritto romano: viene fatta loro ingiustizia, e tanto basta a giudicare chi gliela fa. Distinguiamo i piani: agire su questo livello per “carità” è, oltre che odioso, cadere nell’integralismo. Hanno diritto alla giustizia, i palestinesi, non alla “carità”.
Quindi, caro lettore, concludo: senza fede alcuna che ci definisca, venire spinti alla “guerra di religione” perché ci hanno fatto paura (un cristiano non ha paura), per “difendere il nostro stile di vita” (nozze gay? Aborto? Spinello?) , oggi significa solo combattere un’altra guerra “per i giudei”, come disse Céline che aveva combattuto la Prima (1914-18) e la Seconda (1939-45).


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