mercoledì 27 luglio 2016

Il deliberato genocidio degli imprenditori



Ho appena finito di pranzare con un amico, imprenditore di un certo spessore, il quale sta liquidando per disperazione la sua attività in patria per trasferirsi all'estero e si è rivolto al sottoscritto perché ha bisogno delle informazioni essenziali su come muoversi. Mi ha descritto una situazione da incubo in Italia.
 Tutto invaso da clandestini, che hanno di fatto carta bianca per fare ciò che gli passa per la testa, nella sicurezza di una sostanziale impunità.
 Lo Stato ti è continuamente addosso per rubarti tutto, chiedendoti anche tasse che non sono dovute (oltre a quelle ordinarie, che sono folli), facendoti degli accertamenti di ufficio spropositati, accertamenti che tu devi comunque pagare anche quando l'errore è palese, obbligandoti poi a fare il ricorso a tuo carico.





Ispezioni asfissianti di mille enti diversi, che ti multano o ti bloccano l'attività con i pretesti più assurdi, comprese denunce fasulle da parte di concorrenti con gli appoggi giusti, a causa delle quali arriva la condanna anche in presenza di un verbale di "non constat" da parte delle Forze dell'Ordine. La burocrazia, incredibilmente complessa, che è diventata un vero e proprio lavoro a se stante, sottraendo quantità incredibili di ore, che restano improduttive. Facilissimo commettere errori, in perfetta buona fede, sui quali poi ti vengono a mangiare vivo.
 I dipendenti che, anche quando sono perfettamente in regola, vanno comunque a denunciarti, sicuri di ottenere dei risarcimenti indebiti, semplicemente sulla loro parola, che vale sempre più della tua.
 Su tutto questo, poi, si aggiunge la delinquenza, sia locale che organizzata, che spadroneggia liberamente, anche in pieno giorno e di fronte alle telecamere (anzi, è stato pure multato per aver messo videocamere che "violavano la privacy", nel suo ufficio, per cui le riprese dei criminali non sono state utilizzate!). Mi ha confermato che il Paese è nelle mani di persone che lo stanno distruggendo deliberatamente, per cui l'Italia non ha alcuna chance di uscire da questa situazione e che è un miracolo che non sia già collassata. Un uomo in gamba, onesto, serio, intelligente, volenteroso, un nome noto da decenni nella sua zona, costretto ad andarsene da un Paese impazzito e criminale. Sono rimasto a bocca aperta e profondamente amareggiato.


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