mercoledì 27 luglio 2016

L'eliminazione dei cristiani in Medioriente è completata




Il mondo è ormai insensibile a quello che sta accadendo in Siria, in Iraq e in Libano: i cristiani stanno sparendo, uccisi, perseguitati, cacciati. La situazione sta diventando estremamente critica, ma nessuno muove un dito e il fatto più grave è che molte delle vittime sono bambini, innocenti bersagli della furia omicida di sanguinari senza scrupoli. Quelli che sono colpiti sono nostri fratelli nella fede, che si ritrovano ad essere cacciati dalle loro case che occupano da sempre, da almeno un millennio, e che ora sono costretti a fuggire per non essere trucidati. Dopo la marchiatura delle case abitate dai cristiani, ecco che a Mosul viene dato alle fiamme l’episcopio della chiesa siro cattolica. 



Il patriarca, Ignace Joseph III Younan, è a Roma ed è stato ricevuto da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Intervistato da Radio Vaticana, il patriarca ha detto che a Mosul non ci sono più cristiani. “C’erano una decina di famiglie che sono dovute fuggire, ma gli hanno rubato tutto. Li hanno lasciati alla frontiera della città, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto”. La situazione, ha aggiunto, “é disastrosa”. “Noi siamo in Iraq, in Siria e il Libano: noi cristiani non siamo stati importati, siamo qui da un millennio e quindi abbiamo il diritto di essere trattati come esseri umani e cittadini di questi Paesi”, osserva ancora il presule siro cattolico. Ci perseguitano nel nome della loro religione e non fanno solamente minacce, ma le eseguono. Bruciano e uccidono”.


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