Fonte: La luce di Maria
Il mondo è ormai insensibile a quello
che sta accadendo in Siria, in Iraq e in Libano: i cristiani stanno
sparendo, uccisi, perseguitati, cacciati. La situazione sta
diventando estremamente critica, ma nessuno muove un dito e il fatto più grave è che molte delle vittime sono bambini, innocenti
bersagli della furia omicida di sanguinari senza scrupoli. Quelli che
sono colpiti sono nostri fratelli nella fede, che si ritrovano ad
essere cacciati dalle loro case che occupano da sempre, da almeno un
millennio, e che ora sono costretti a fuggire per non essere
trucidati. Dopo la marchiatura delle case abitate dai cristiani, ecco
che a Mosul viene dato alle fiamme l’episcopio della chiesa siro
cattolica.
Il patriarca, Ignace Joseph III Younan, è a Roma ed è stato ricevuto da mons. Dominique Mamberti, segretario per i
Rapporti con gli Stati. Intervistato da Radio Vaticana, il patriarca
ha detto che a Mosul non ci sono più cristiani. “C’erano
una decina di famiglie che sono dovute fuggire, ma gli hanno
rubato tutto. Li hanno lasciati alla frontiera della città, li hanno
insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto”. La
situazione, ha aggiunto, “é disastrosa”. “Noi siamo in Iraq,
in Siria e il Libano: noi cristiani non siamo stati importati, siamo
qui da un millennio e quindi abbiamo il diritto di essere trattati come
esseri umani e cittadini di questi Paesi”, osserva ancora il
presule siro cattolico. Ci perseguitano nel nome della loro religione
e non fanno solamente minacce, ma le eseguono. Bruciano e uccidono”.
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