giovedì 28 luglio 2016

Le tensioni di spirito e di sangue


Testo di Andrea Sperelli


Che sterile visione, quella che vorrebbe spiegare la totalità del reale con rimandi esclusivi a rapporti economici e a conflitti da questi derivanti. Come se la storia dell'umanità - e basterebbe azionare la memoria storica fino alla notte dei tempi - fosse riconducibile solamente a conflitti materiali e non a tensioni di "spirito" e di "sangue". Ma nient'altro è concesso, a quanto pare, oltre questa visione materialista, positivista e tipicamente moderna; a meno che non si voglia finire relegati, dai dottorini colti delle destre e delle sinistre più o meno estreme, nella cerchia dei poveri ignoranti e anche un po' sempliciotti. Non è una novità - e riguardo a ciò disse la sua Julius Evola - che Marx abbia fatto scuola anche in ambienti che una volta si contraddistinguevano per avere una visione della storia libera dalle catene ideologiche dell'economicismo che accomuna marxismo e capitalismo. Ma ora, tra i fulminati della verità assoluta, è proprio vietato dissentire. Parlare di scontro di civiltà, di razze, di religione? Non sia mai! 



Scatta l'anatema dei guru di turno: "Ignorante! Fessacchiotto! Fallaciano!" Devi sgranare il rosario del nwo-mondialista-imperialista-giudaico-economicista-complottista, per avere il momento di gloria, apparire colto, esperto in alte disquisizioni. Uh, che cultura, che intuizioni, che orgasmo geopolitico! 
Comunque, siete in buona compagnia. Alla congrega dei dotti si è aggiunto anche il buon Bergoglio che, da buon rappresentante dei precursori del bolscevismo (senza trascendenza), si è dato da fare per screditare la tesi della "guerra di religione" (unilaterale, aggiungo io), a favore del quaraquaqua dell'economicismo.
 Tenetevi pure le vostre assuefazioni postmarxiste, io mi tengo De Gobineau.


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