venerdì 29 luglio 2016

Il corso perde il pelo ma non il vizio



Dove non arrivano François Hollande, la polizia francese e le politiche dell’Unione europea arrivano gli indipendentisti còrsi. Il Fronte di Liberazione nazionale della Corsica (Flnc) minaccia gli islamici radicali dell’Isis di rappresaglie in caso di attacco all’isola francese. «La lotta di liberazione nazionale non è finita», annuncia il gruppo nato nel 1976 (e sciolto ufficialmente nel 1983) in un comunicato pubblicato da Corse-Matin. Questa volta  il destinatario del messaggio degli indipendentisti còrsi non è solo il “Continente” ma i potenziali jihadisti pronti a colpire l’ile-de-beauty. «Ogni eventuale attacco dei miliziani dell’Isis farebbe scattare– avverte il Fronte che a giugno aveva annunciato la smilitarizzazione – una risposta determinata senza indugi». Parole dure quelle dei còrsi, critici anche con la stampa internazionale che continua a minimizzare l’ondata terroristica di questi mesi sfoderando interpretazioni pseudo-scientifiche sulla matrice psicolabile della personalità degli attentatori, lupi solitari depressi.




«La volontà dei salafiti è chiaramente di impiantare in casa nostra la politica dell’Isis e noi siamo pronti. La vostra filosofia medioevale non ci spaventa», prosegue il comunicato del Fnlc. «Il popolo còrso è forte di scelte politiche difficili, che non ci hanno mai fatto scivolare come voi nella barbarie… Sappiate che ogni attacco contro il nostro popolo susciterebbe da parte nostra una risposta determinata senza indugi». Il messaggio è rivolto anche a Parigi che ha «una parte importante di responsabilità se il dramma dovesse prodursi qui da noi». Il comunicato ha tre destinatari: i musulmani della Corsica, gli islamisti radicali della Corsica e lo Stato francese. «È necessario prendere posizione manifestando a nostra volta contro l’Islam radicale – dichiarano – segnalando le derive dei nostri giovani tentati dalla radicalizzazione».



I militanti del Fronte di liberazione nazionale còrso puntano i riflettori contro la responsabilità dell’Occidente e della Francia per la situazione attuale in Medioriente. Anche se contagiata da diverse identità politiche contrapposte, la lunga e tormentata storia dell’indipendentismo còrso ha un padre per tutti: il patriota  Pasquale Paoli, U Babbu di a Patria. «Siamo Italiani per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo Italiani per lingua, costumi e tradizioni… E tutti gli  Italiani sono fratelli e solidali davanti alla storia e davanti a Dio… Come còrsi non vogliamo essere né servi e né ribelli e come italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri italiani… O non saremo nulla… O vinceremo con l’onore o moriremo con le armi in mano…», scriveva Pasquale Paoli al ritorno in Corsica nel 1750 dopo aver combattuto nell’esercito del Regno di Napoli.


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