Fonte: Riscatto nazionale
Dove non arrivano François
Hollande, la polizia francese e le politiche dell’Unione
europea arrivano gli indipendentisti còrsi. Il Fronte di Liberazione
nazionale della Corsica (Flnc) minaccia gli islamici radicali
dell’Isis di rappresaglie in caso di attacco all’isola francese.
«La lotta di liberazione nazionale non è finita», annuncia il
gruppo nato nel 1976 (e sciolto ufficialmente nel 1983) in un
comunicato pubblicato da Corse-Matin. Questa volta il
destinatario del messaggio degli indipendentisti còrsi non è solo
il “Continente” ma i potenziali jihadisti pronti a colpire
l’ile-de-beauty. «Ogni eventuale attacco dei miliziani dell’Isis
farebbe scattare– avverte il Fronte che a giugno aveva annunciato
la smilitarizzazione – una risposta determinata senza indugi».
Parole dure quelle dei còrsi, critici anche con la stampa
internazionale che continua a minimizzare l’ondata terroristica di
questi mesi sfoderando interpretazioni pseudo-scientifiche
sulla matrice psicolabile della personalità degli
attentatori, lupi solitari depressi.
«La volontà dei salafiti è
chiaramente di impiantare in casa nostra la politica dell’Isis e
noi siamo pronti. La vostra filosofia medioevale non ci spaventa»,
prosegue il comunicato del Fnlc. «Il popolo còrso è forte di
scelte politiche difficili, che non ci hanno mai fatto scivolare come
voi nella barbarie… Sappiate che ogni attacco contro il nostro
popolo susciterebbe da parte nostra una risposta determinata senza
indugi». Il messaggio è rivolto anche a Parigi che ha «una
parte importante di responsabilità se il dramma dovesse prodursi qui
da noi». Il comunicato ha tre destinatari: i musulmani della
Corsica, gli islamisti radicali della Corsica e lo Stato francese. «È
necessario prendere posizione manifestando a nostra volta contro
l’Islam radicale – dichiarano – segnalando le derive dei
nostri giovani tentati dalla radicalizzazione».
I militanti del Fronte di liberazione
nazionale còrso puntano i riflettori contro la responsabilità
dell’Occidente e della Francia per la situazione attuale in
Medioriente. Anche se contagiata da diverse identità politiche
contrapposte, la lunga e tormentata storia dell’indipendentismo
còrso ha un padre per tutti: il patriota Pasquale Paoli, U
Babbu di a Patria. «Siamo Italiani per nascita e sentimenti, ma
prima di tutto ci sentiamo Italiani per lingua, costumi e tradizioni…
E tutti gli Italiani sono fratelli e solidali davanti alla
storia e davanti a Dio… Come còrsi non vogliamo essere né servi e
né ribelli e come italiani abbiamo il diritto di essere trattati
uguale agli altri italiani… O non saremo nulla… O vinceremo con
l’onore o moriremo con le armi in mano…», scriveva Pasquale
Paoli al ritorno in Corsica nel 1750 dopo aver combattuto
nell’esercito del Regno di Napoli.
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