Testo di Reudiger Dahlke
Rituali, campi
morfogenetici e immagini interiori in medicina. I campi morfogenetici
acquisiscono la loro massima visibilità attraverso gli effetti dei
rituali, diffusi anche nelle società contemporanee ben più di
quanto si possa immaginare. I moderni medici hanno a disposizione un
gran numero di efficaci rituali, tali da generare il loro campo e
potenziare la cosiddetta “droga medico”; semplicemente, non ne
sono di norma consapevoli e non li sfruttano perciò in maniera
adeguata, sovente addirittura svalutandoli. L'ammalato è per
definizione “paziente” (dal latino patiens) o tale viene reso.
Egli deve aspettare (il dottore) e già solo questa attesa aumenta la
sua tensione. Il medico indossa bianche vesti rituali, in termini
cromatici tra il papa e un guru orientale, che gli conferiscono la
parvenza di un guaritore onnisciente.
Il suo linguaggio è costellato di espressioni incomprensibili e
permette esclusivamente ad altri “iniziati” di essere seguito.
L'uomo posiziona inoltre particolari e misteriosi oggetti sul corpo
del paziente. Al posto di piume e cristalli, come i suoi predecessori
– gli sciamani – egli utilizza stetoscopi, trasduttori ed
elettrodi;
anziché ascoltare la voce interiore o quella del cuore ausculta
rumori intestinali, battiti cardiaci e così via.
Se tutto questo non
fosse ancora sufficiente, il medico ricorre a particolari rituali,
spingendo il paziente in tubi di cui per lo più non comprende nulla,
dove potrà essere osservato al meglio, analizzato fin nelle sue ossa
e addirittura ancor più in profondità. L'ammalato riceve dal medico
una diagnosi, molto spesso non compresa davvero; viene poi spedito
con
un piccolo e per lo più indecifrabile certificato al prossimo
semidio in bianco. Quest'ultimo, a partire dalla ricetta, gli
consegna la medicina. Quando il paziente cercherà di rileggere la
prescrizione allegata, dovrà ancora una volta riconoscere di non
comprenderla
realmente: la magia del camice bianco. Nutrirà tuttavia una speranza
che lo ricollocherà di nuovo alle immagini salutari di se stesso;
qualora il medico curante non si opporrà energicamente alle stesse,
distruggendole, il paziente ritornerà sano grazie alle proprie
immagini interiori.
Se sarà approdato a uno
dei pochi veri medici rimasti, quest'ultimo si alleerà addirittura
con le immagini stesse e lo aiuterà in tal modo a guarire in breve
tempo. In ospedale i rituali sono ancora più manifesti. Qui, spesso
già all'ingresso, il paziente rinuncia al diritto di
autodeterminazione, per sé e il suo organismo. Durante la visita
egli giace nel lettino e il superiore dio in bianco gli comunica
“dall'alto” il suo decreto, da cui può dipendere la vita. Di
rado il malato indossa il suo usuale abbigliamento; attraverso
pigiama, accappatoi o simili egli rimane riconoscibile in maggior
misura come paziente. Viene condotto alle radiografie perfino quando
è in grado di camminare da sé, giacché altrimenti potrebbe
sbirciare nella propria cartella. E non dovrebbe accadere mai. Al più
gli è permesso di attendere umilmente il termine della visita per
osare qualche domanda – ma in nessun caso, ad esempio, potrà
essere di diversa opinione. Egli deve fare ora ciò che è bene per
lui;
quale esso sia,
lo sanno gli dei in bianco e glielo comunicano alla loro maniera.
Il sistema sopra
delineato ha funzionato a lungo e per la felicità di quanti vi hanno
contribuito. Nel frattempo, però si è diffusa la voce che molti
medici attuali scambino il bene del paziente con quello
dell'industria farmaceutica, corteggiatrice e corruttrice degli
stessi, al fine di arricchirsi alle spalle dei loro pazienti. Tale
cognizione, sempre più diffusa, produce naturalmente un'alterazione
dei rituali perché destabilizza il campo morfogenetico nel suo
insieme. Trattandosi purtroppo della diffusione di una verità, sia
pur orribile, ne consegue il permanente danneggiamento del vecchio
campo, del quale hanno finora largamente beneficiato tanto i medici
accademici quanto l'industria farmaceutica. In effetti, il campo
morfogenetico della naturopatia, omeopatia, ecc., è cresciuto in
positivo negli ultimi trent'anni mentre quello medico è andato
negativamente decadendo.
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