domenica 4 marzo 2018

I cattivi maestri e le imprudenti maestrine


Testo di Dario Dabizzi


Che paese curioso, l'itaglia (che raglia). Si possono commettere i reati più biechi (favoreggiamento della prostituzione minorile, associazione mafiosa, falso in bilancio, torture, violenze, abusi di ogni genere, furti, truffe, raggiri vari, evasione fiscale e molto altro, praticamente tutto il codice penale) senza che la carriera ne abbia a risentire. Si possono occupare pure alte cariche dello stato, governare il paese, fare riforme, gestire banche, occuparsi di protezione civile, essere tutori dell'ordine, diventare alti prelati, rappresentare gli italiani in Europa, ecc. ecc. Praticamente tutto. Nessuna preoccupazione per la negativa influenza (mi viene da ridere) su giovani e non, che derivi da queste cattive condotte. 



Ma se una maestra, durante una manifestazione di piazza più che motivata, contro qualcosa che è incostituzionale, fuori dal suo orario di servizio e in luogo diverso da quello scolastico, dopo aver ricevuto colpi di idrante e cariche della polizia, inveisce contro i cosiddetti pubblici ufficiali, beh, allora questa rappresenta altissima pericolosità sociale. Certo, lei potrà inquinare giovani menti. Va licenziata. Non c'è più vergogna, in questo paese. Ricordo che anche gli-le insegnanti sono pubblici ufficiali, ma quando scioperano e manifestano possono essere presi a calci dai servi dello stato. Ops. oltraggio? E ancora, quando il più buzzurro dei padri prende a schiaffi l'insegnante, qualcuno ne chiede il licenziamento, del genitore? E ci sentiamo molto sicuri a sapere che la sicurezza del paese è affidata anche a potenziali sterminatori di famiglie? Domenica si vota. Fate molta attenzione a dove stiamo andando.

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