Qualunque cosa sia successa a quel povero afroamericano, i due –
chiamiamoli così – soccorritori farebbero bene a togliersi quel
sorriso idiota dalla faccia. Posso immaginare, piuttosto, che al
malcapitato sia finita una mano sotto un tram, in maniera del tutto
accidentale e sebbene negli anni Cinquanta il razzismo negli stati
del sud degli USA fosse ancora vivo e vegeto, escludo che i due
bianchi siano i responsabili dell’accaduto. Primo, perché il Ku
Klux Klan agiva in zone rurali e non in città. Secondo, perché il
metodo più usato per sopprimere i “negri” era l’impiccagione.
Oppure grosse dosi di bastonate, oltre all’incendio delle loro
abitazioni. La frase della parte superiore, secondo me, è quindi
chiaramente una mistificazione, volta a introdurre il testo
successivo, che riguarda la foto a destra.
Anche in questo caso si
tratta di una mistificazione, poiché in Unione Sovietica le uniche
persone di colore erano e sono anche oggi membri di ambasciate e
consolati africani, oltre a quelle degli USA. La foto potrebbe anche
non essere stata fatta in Russia e dunque, con tutta l’ammirazione
che possiamo avere per Putin e la sua politica, non è corretto
paragonare la situazione di una società multietnica piena di
problemi, come quella americana, con un popolo che nel suo passato ha
avuto, sì, una forte componente antisemita, ma non abbonda certo di
migranti africani come in Italia, né tanto meno di clandestini di
colore. E nemmeno di persone di colore dotate di cittadinanza. La
foto del signore africano che vota è da interpretare come il
risultato della concessione del diritto di voto ai neri ed è
probabile che sia stata fatta negli Stati Uniti, forse negli anni
Sessanta, quando ci sono state coraggiose lotte per la conquista dei
diritti civili. Le strumentalizzazioni pertanto non sono lecite.
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