Testo di Giorgio Caproni
Versicoli quasi ecologici (da «Res amissa»)
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
[N.d.R. Ringrazio Sergio Pastore per avermi inviato questa poesia]
Ha copiato da Celentano, oppure Celentano ha copiato da Caproni?
RispondiEliminaL'esser livornese parzialmente lo riscatta dalla melensa poetica.