Ho approfittato della presenza di mia figlia, dato che da qualche giorno si sono svegliate tutte e quattro, per ottemperare a un’operazione consigliata a chi fa trascorrere l’inverno alle tartarughe terrestri in casa, normalmente all’interno di una cassa di legno con terra soffice e paglia, posizionata in cantina. Io le ho tenute in soggiorno, in un terrario di vetro, giacché, tanto, senza riscaldamento c’era la stessa temperatura delle cantine. Come mi era stato detto, le due quasi neonate, di tre mesi, non hanno fatto un vero e proprio letargo, perché si sono svegliate spesso in questi ultimi mesi. Le altre due, di due anni e mezzo d’età, invece hanno dormito facendo tutta una tirata. Da qualche giorno, da quando si sono svegliate, fanno scorpacciate di insalata, tarassaco e mela, ma il bagno era ciò che ci voleva, per una questione di metabolismo interno. E comunque, male non gli ha fatto. Sono tartarughe sarde, chiamate anche testuggini marginate. Fra poco finirò di allestire un grande terrario all’aperto, che avrà un lato costituito dal muro del garage e il resto dei lati una vecchia porta e assi di legno che fungeranno da tettuccio e da ingresso. Il tetto coprirà solo una parte del terrario, così che saranno loro a decidere quando restare al sole e quando cercare l’ombra. Dovrò mettere anche una rete superiore per la loro protezione. Rapaci, gabbiani e gatti non ce ne sono, in zona, ma in cortile c’è un bulldog francese soprannominato “Killer dei ricci”. Non vorrei che si facesse venire strane idee. Ed è perciò che il terrario dovrà essere ben sigillato anche nella parte superiore.
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