lunedì 25 marzo 2024

La morte non li fa belli!


E’ da qualche decennio che fotografo gli uccelli, ma ve ne sono di quelli che non si lasciano fotografare. Anche semplicemente fare “birdwatching” non è così semplice. Dal momento in cui avvisto l’uccello, al momento in cui cerco di inquadrarlo nel binocolo, passano alcuni secondi durante i quali quasi sempre l’uccello è volato via. Non si è mai abbastanza veloci. E non è tanto perché siamo noi ad essere troppo lenti, ma è perché, come disse Giuseppe Prezzolini, “gli uccelli, in Italia, non volano, fuggono!”. Hanno paura di noi, delle figure bipedi in piedi, specie se si tiene in mano qualche oggetto e si fanno movimenti bruschi. Un uccello non capisce la differenza tra un binocolo e un fucile e ogni volta che proviamo a fare “birdwatching” non possiamo sfuggire all’amara sensazione di quanto i maledetti cacciatori, sadici psicopatici, ci danneggino, nel momnto in cui, noi amanti della natura proviamo a rapportarci con gli animali selvatici, che però ci temono. Quanta gioia ci sottraggono quei bastardi di cacciatori! In pochi arrivano a capire il danno che ci fanno, a noi gente pacifica. E se solo qualcuo di noi provasse a rivolgersi a un giudice, denunciandoli per danni morali, nessun magistrato riconoscerebbe loro questa colpa, probabilmente perché anche i giudici hanno la loro stessa mentalità predatorio-preistorica. L’uomo è un virus mortale e la mia esperienza empirica conferma quanto sto dicendo. Le uniche volte che ho potuto raccogliere da terra dei bellissimi ed elusivi uccelli è stato dopo l’impatto dell’uomo, non solo cacciatore ma anche automobilista. 

Primo esempio: anni fa, durante un’azione di disturbo alla caccia, nella zona di Cordenons, raccogliemmo una beccaccia ancora calda, appena impallinata da un cacciatore. Il bastardo non era presente, ma era sempre in zona. 

Secondo esempio: quando vivevo a Bibione, uscivo spesso in bicicletta. Un giorno, pedalando sulla strada che costeggiava la pineta, sull’asfalto c’erano ben due succiacapre morti, entrambi sbattuti dalle auto. Crepuscolari, è molto difficile non solo fotografarli, ma anche solo vederli. 

Terzo esempio: oggi, 25 marzo, tornando a casa in bici, ai bordi della strada asfaltata, un piccolo Codibugnolo e non è difficile immaginare la causa della sua morte. E’ una di quelle specie che, quando gli punti contro l’obiettivo della macchina fotografica, sono già spariti, dato che si spostano in piccoli gruppi. Solo con la morte possiamo ammirarli da vicino, ma nel loro caso, la morte non li fa belli!

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