Se i coltivatori di pioppi dicono che la Chrysomela populi è nociva, vale il principio “Vox populi, vox Dei”, poiché della carta, il popolo, non può fare a meno. Ma basterebbe abbandonare la coltivazione dei pioppi, e passare a quella della canapa, che produrrebbe carta di ottima qualità, e si smetterebbe di uccidere questo bellissimo coleottero, oltre a ridurre lo spargimento di veleni nell’ambiente. Per me questa specie non è nociva, ma io non faccio testo, perché io non faccio parte del popolo. Sono un naturalista dilettante, e contesto l’idea che gli interessi di certe categorie di lavoratori debbano avere la precedenza sempre e comunque. Sono un naturalista, amo la natura, ma non sono un fanatico: so che anche gli esseri umani devono vivere, procurandosi il cibo con l’agricoltura, ma laddove ci sono le alternative, dove si può agire diversamente, diventa doveroso, per rispetto all’etica e all’intelligenza dell’uomo, cercare altre strade. E questo vale soprattutto per la zootecnia, dal momento che se distruggere stuoli di crisomelidi provoca un dispiacere estetico, allevare e macellare milioni di animali per trasformarli in brandelli putrescenti, rappresenta un’abominio ingiustificabile, a cui la nostra specie dovrebbe rinunciare. Questo esemplare, raccolto e filmato in una giornata fredda e nuvolosa di fine marzo - un po’ stordito quando catturato ma subito riavutosi appena messo in terrario – è un’avanguardia. Nelle vicinanze ci sono, in effetti, pioppeti e quando i proprietari dei terreni andranno a spargere i pesticidi, eviterò di passare nelle vicinanze. Per la fortuna della specie, al Tagliamento, nella zona golenale, crescono pioppi spontanei in forma arbustiva e lì la Crisomela del pioppo può vivere e riprodursi indisturbata. I crisomelidi sono fra i più bei coleotteri europei.
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