venerdì 22 marzo 2024

De profundis per la fototrappola


Dopo un anno e mezzo che la usavo, è successo! Mi hanno rubato la fototrappola! Potete immaginare come mi sento: non solo come si sente normalmente un derubato, con quella sensazione di perdita che necessita l’intervento di una buona dose di resilienza, onde non scivolare lentamente nella depressione, ma anche come un idiota. Mi sento un idiota come tre anni fa quando mi rubarono la bicicletta nuova. In quel caso, la colpa era stata mia, giacché non l’avevo chiusa e, anche se era posteggiata dietro casa, dove non passa mai nessuno trattandosi di una corte privata, qualche extracomunitario se l’era portata via. Anche stavolta la colpa è stata mia, perché avevo sistemato la fototrappola come faccio di solito, cioè agganciata a un albero con una catena munita di un lucchetto ad ogni estremità, uno grande per cingere l’albero e uno piccolo collegato alla porticina della fototrappola. Sul momento, quando oggi sono andato a recuperare la scheda di memoria, ho pensato che i ladri avessero usato un tronchese, per tranciare la catena, ma solo in un secondo momento mi sono accorto che non l’avevo legata a un albero, ma a un ceppo. Quindi, l’hanno sfilata dall’alto, quindi non hanno avuto bisogno di un tronchese. Quindi, io sono un idiota! Non credo che ne comprerò un’altra. Anche se era il mio unico passatempo, ci sono dei momenti nella vita in cui bisogna...voltare pagina!


Il mondo è quello che è, fatto di brava gente e di ladri. Nessuno lo può cambiare. Gli animali sono ancora là. Non hanno bisogno di essere filmati o fotografati. Quella è un’esigenza solo nostra, di noi che siamo affascinati dal loro incanto, che li amiamo per questo, provando anche a volte un sentimento di gratitudine verso la Natura, per la sua straordinaria e feroce bellezza. Io mi sento avvilito e il mio “pensiero magico”, che pure talvolta mi attraversa il cervello, mi porta a colpevolizzarmi ancora di più, perché penso che questo furto rappresenti il mio Karma. Decidendo di usare un nobile ungulato come esca, un capriolo, anziché dargli degna sepoltura, forse sono stato punito, ammesso e non concesso che esista una Forza Superiore, un dispensatore di punizioni, senziente o non senziente, intelligente o meno. O forse è stata solo una coincidenza, cioè se avessi usato la solita nutria investita come esca, questo furto sarebbe capitato lo stesso. 


3 commenti: