venerdì 3 giugno 2022

La rabbia è un veleno corrosivo


Testo di Marianna Germinario

Lascio agli altri il proprio veleno e la rabbia. È quello che ho imparato con gli anni. Nessuno può portare spazzatura nella mia mente. La mia pace è frutto di un lungo lavoro interiore. Se non meriti di starmi vicino, non sei nella mia vita. Accolgo solo chi mi arricchisce. Gli invidiosi, gli egoisti, quelli che fanno sempre il proprio tornaconto....non entrano più nella mia vita.

9 commenti:

  1. Me cojoni signora, congratulations! Provo una giusta, nel senso di non cattiva, invidia, per le persone realizzate, equilibrate.

    Ad onta dei miei settanta da poco compiuti, mi considero tuttora un cazzone ondivago. Un nonnulla mi esalta, un nonnulla mi abbatte. Come disse Pascal, e forse mille altri prima di lui....

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    1. E' difficile raggiungere l'equilibrio interiore.
      Forse qualche bonzo buddista ci riesce.

      Scorgo molta atmosfera di difesa sui social (l'autrice del testo era su Facebook).

      Siamo tutti sulla difensiva.

      Io per esempio blocco tutte le telefonate dei call center e purtroppo posso farlo solo dopo che ho parlato con quelle sfortunate ragazze pagate pochissimo.

      A volte, li blocco anche prima di rispondere, quando sul display del cellulare mi compare Portogallo, o Bulgaria, o altri luoghi dove hanno sede i call center.


      E' una cosa che rasenta lo stalking.


      E' snervante sentirsi assediati.

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  2. Salve
    Frequentando l'eremo ho risolto, non del tutto ovviamente, gran parte di questi "problemi".
    Ma non escludo nessuno a priori e, fatica titanica, sono riuscito a eliminare, quasi totalmente, il nostro istintivo atto di giudicare.
    Mi impegno di più a capire, questo però non significa approvare o condividere ma nemmeno scartare.
    Conoscere.
    Un saluto
    Piero zeneixe

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  3. "Accolgo solo chi mi arricchisce."

    Te credo. Gli avari non piacciono a nessuno, i generosi invece sono simpaticissimi, ci arricchiscono. Le perdite sono sempre spiacevoli o dolorose, i doni invece ci fanno piacere, specie se inattesi e magari anche immeritati.
    Sarebbe interessante vedere se i beneficati senza far nulla si mostrano a loro volta generosi. La società ci vuole generosi, altruisti, accoglienti. In famiglia e tra amici siamo in effetti generosi, ma poi ci sono gli approfittatori che vogliono arricchirsi a nostre spese ...

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    1. Lavorando a contatto con la gente, tra i miei clienti trovo a volte degli approfittatori.

      Essi si possono raggruppare tra due etnie ben precise: Rom e immigrati di colore.

      Storicamente, zingari e negri sono soggetti a razzismo. Qual è la causa e qual è l'effetto?

      Sono vittime del nostro razzismo perché sono approfittatori, o sono approfittatori perché noi siamo razzisti?

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    2. Basta con l'accusa di razzismo. Noi diffidiamo a ragione di certe persone per le esperienze che abbiamo fatto con loro. Ormai siamo al punto che se uno ti sta antipatico (per mille ragioni o anche senza ragione) sei un razzista. Nel caso specifico - rom e neri - è come con l'uovo e la gallina, chi c'era prima? Io giustifico la diffidenza nei loro riguardi, ma capisco ovviamente anche le loro ragioni di emarginati. Ma non mettiamola sempre sul razzismo, del resto anche i cosiddetti antirazzisti (in genere di sinistra ovvero secondo loro moralmente superiori) sono razzisti verso i propri compatrioti che considerano dei subumani.

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    3. Homo sine pecunia imago mortis.


      Zingari e africani sono generalmente poveri, e già questo li pone in una situazione di svantaggio nei nostri confronti.

      Se poi si mettono anche a delinquere, perdono ogni fiducia nei loro confronti, da parte nostra.


      Io personalmente non mi considero razzista, ma xenofobo, cioè mi danno fastidio gli stranieri, non in quanto tali, ma perché non riesco a capirli.

      E se non c'è comunicazione, per me non può esistere nemmeno un rapporto civile.

      Se noi ci capiamo siamo condannati ai malintesi.

      E' meglio frequentare solo gente con cui si può ragionare.

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    4. Razzismo e anche xenofobia sono connotati negativamente, anzi il razzismo è addirittura un crimine. Invece penso che la xenofobia (la paura dello straniero) sia perfettamente naturale. Lo straniero e l'estraneo non sappiamo chi siano e che intenzioni abbiano, possono anche farci la pelle, donde la naturalissima e sana diffidenza, iscritta nei nostri geni, e senza la quale non potremmo sopravvivere nemmeno un giorno. La xenofobia scompare col tempo quando ci accorgiamo o abbiamo fatto l'esperienza che lo straniero non ci vuole del male ed è anzi persino simpatico. Noi diffidiamo e giustamente anche dei nuovi vicini di casa, bisogna prima vedere che gente è (saranno educati, rispettosi, non invadenti, premurosi ecc.).
      Sembra che gli antichi Romani fossero xenofobi, quando Cesare rientrò con Cleopatra i suoi compatrioti non erano entusiasti ...

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    5. La mia xenofobia scompare quando ho a che fare con uno straniero che parla la mia lingua e con cui riesco a fare dei ragionamenti.

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