Era
una normale sera, trafficata come tutte le altre, con in più l’eccitazione dei
preparativi per gli imminenti festeggiamenti di fine anno. I due amici,
entrambi di nome Mustafà, viaggiavano sulla stessa moto sulla Rue de Andaboly,
ma qualcuno, che invece veniva dalla Rue de Jirama, aveva deciso di anticipare
le feste e guidava un pulmino Mazda a forte velocità e in stato d’ebbrezza.
Negli incroci non si sa mai, neanche di giorno, chi deve dare la precedenza a
chi, figuriamoci la sera col buio. L’impatto, all’incrocio, fu violento. Il
primo Mustafà, quello più anziano di 37 anni, morì sul colpo e fu scaraventato
sul marciapiede. Il secondo, di 24 anni, sopravvisse e rimase ad agonizzare in
mezzo alla strada, vicino alla moto. Il conducente ubriaco smise di colpo di
essere tale, realizzò di aver commesso un bel guaio e si diresse al più vicino
commissariato per costituirsi. Scelse lucidamente il male minore, perché in
Madagascar non ci vuole niente perché la gente s’inferocisca e cominci a menare
mani e piedi sul malcapitato. E la gente, nonostante fossero le nove di sera,
stava cominciando ad accorrere.
Dileguatosi
il conducente della Mazda, alcune persone si accostarono al Mustafà più
anziano, che non dava segni di vita, gli sottrassero portafogli e orologio,
catenina e braccialetto e perfino la camicia e le scarpe. Al Mustafà più
giovane, che si agitava lamentandosi in mezzo alla carreggiata, non portarono
via niente, perché non sta bene derubare un moribondo. Nessuna ambulanza venne
a prelevare i due Mustafà, ma fu qualche anima pia, con molta calma, su auto
private, a portarli in ospedale, dove anche il secondo Mustafà morì alle due di
notte.
Il
più anziano faceva il macellaio, era meticcio perché la madre era Karana e il
padre Vakinakaratra, ma erano morti molti anni prima. L’altro, benché avesse un
nome arabo, era di etnia Tanalana, figlio unico e laureato di fresco. Stava per
essere assunto come direttore di una scuola privata. Il macellaio, invece, era jombilo di una malgascia amante di un italiano e si
apprestava a passare con lei un capodanno di festa, prima dell’arrivo del vazaha previsto per l’otto gennaio. I due Mustafà non
videro il nuovo anno perché in un incrocio di Tulear, tra la Rue de Andaboly e
la Rue de Jirama, la sera del 30 dicembre 2013 ebbero un fatale rendez vous con il Destino.
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