C’è
una poesia del triestino Umberto Saba che s’intitola “Il ragazzo con la carriola” e che non può non venire in mente vedendo Odillon in un momento di
relax, dopo il duro lavoro della raccolta dei frammenti lasciati dagli operai.
La buona volontà non gli manca (ecco che riemerge il maestro elementare!), ma a
scuola è un po’ svogliato e fa disperare le insegnanti. A me sembra un ometto
(o omino) ed è il primo bambino che ho visto bere birra come niente fosse, senza
neanche una smorfia, complici familiari & affini. Lui e Sammy, suo fratello
più piccolo, sono stati abbandonati dalla madre Korety, una delle 103 cugine di
Tina, e del loro padre Toetra, sempre ubriaco, è meglio tacere. Fra pochi
giorni però partiranno con noi in camion-brousse, con destinazione Besely Nord dove vive la loro
madre snaturata e il giovane padre immaturo. Saranno affidati a Karola, di cui
parlerò fra poco, quella stessa Karola che avrebbe dovuto consegnarmi due sedie
di plastica da giardino, insieme a un frigo e a una fatapera, ma che nella sua
dabbenaggine si è dimenticata di scaricare dal retro del ciclo-pousse, al cui conducente non è parso vero di fregarsi due
sedie, così a buon mercato. Karola e i due bambini, sul camion-brousse, viaggeranno dietro e i piccoli riusciranno anche a
dormire in quelle presumibili 15 ore di sballottamenti sulla pista di sabbia,
verso Itampolo. Io e Tina, (per me è il terzo viaggio a Besely Nord) viaggeremo
alle spalle dell’autista, potremo allungare le gambe e pagheremo il doppio del
biglietto. Giustamente.
Prima
di raccontarvi cosa è successo a Karola, voglio spendere ancora due parole su
Odillon. Fatto notare a Tina che i bambini non devono lavorare ma giocare, dato
che lei lo aveva incaricato di raccogliere tutti i frammenti di legno e lamiera
che gli operai avevano lasciato in giro, Tina mi ha risposto: “Lo faccio
lavorare solo un po’”, cioè mi ha dato la stessa risposta di quelle persone che
si scusano dicendo: “Ah, io mangio pochissima carne!”. La buona volontà, come
dicevo, non gli manca. L’ho visto tirar su un secchio pieno d’acqua dal pozzo,
nonostante abbia solo cinque anni. Lo fa con disinvoltura facendo scorrere la
corda sul bordo, perché così si fa meno fatica che non a tirar su il secchio
verticalmente. In questi ultimi giorni è venuto regolarmente insieme a Sammy a
prendere colazione, pranzo e cena. In questo momento è ad Analatsimavo, un
quartiere poco distante, sotto la custodia di altri parenti. Un po’ di pace ci
vuole, perché per me la privacy è molto importante.
Un
signore si presenta a casa di Karola (qui a destra) e di sua madre, dicendo di essere un
Ombiasy e di poter chiedere a Zanahary il favore di portare ricchezza e
felicità alle due donne. In cambio chiede solo un pollo e 5 metri di stoffa. Un
piccolo sacrificio in cambio di ricchezze e felicità. L’uomo esegue i suoi
rituali. Le due donne, madre e figlia, sono soddisfatte. Mentre la più anziana,
che è anche madre di Korety, va a prendere il pollo e i 5 metri di stoffa,
l’Ombiasy chiede a Karola il braccialetto di oro bianco che ha al polso. La
ragazza glielo da. La madre torna con la mercede da consegnare allo stregone.
L’uomo se ne va e solo in quel momento madre e figlia capiscono di essere state
truffate perché si trattava di un falso Ombiasy. La più anziana sfoga la sua
rabbia con la figlia sedicenne, accusandola di essere una stupida per avergli
dato anche il braccialetto, ma avrebbe fatto meglio a stare zitta perché era
altrettanto colpevole di Karola. La prossima volta è meglio accertarsi se l’Ombiasy
è iscritto all’Ordine degli stregoni, altrimenti si rischia di farsi fregare
dal primo ciarlatano di passaggio. Ovviamente, non c’è nessun Ordine. Si tratta
di due concetti che si elidono a vicenda. L’ingenuità congenita delle persone
semplici rimarrà per sempre imperitura.
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