So
che alla fine di questo mese Sammy e suo fratello Odillon saranno sottoposti al
tradizionale taglio del prepuzio, altrimenti detto circoncisione. Ma so anche
che Odillon, che contrariamente a quanto detto in precedenza non ha cinque anni
ma sei, o forse anche sette, alla nonna che lo metteva al corrente della cosa
non ha risposto con un netto rifiuto, mentre Sammy, di soli tre anni, ha detto:
“Tsy mety”, non è possibile. Di
fatto, come ai cani una volta si tagliavano orecchie e coda (e in Madagascar lo
si fa ancora) così ai bambini di una grossa fetta di umanità si taglia il
prepuzio, operazione non esclusiva degli ebrei, quindi. Non c’è una data
precisa per tale operazione e infatti a Beanjara, che vediamo in foto, anche lui
di soli tre anni, gliel’hanno fatta sabato 9 agosto. Il padre, Refily, di etnia
Masikoro, che domenica sarà nostra guida nella foresta, non aveva spiegato
niente a suo figlio, che quando si è trovato nel dispensario di Mangily, sotto
le mani del dokotera, il dottore,
si è lasciato andare a un pianto disperato, tomany be, in malgascio. Prima il medico gli ha fatto
un’anestesia direttamente sul pisellino e poi è passato all’uso delle forbici,
badando a non tagliare più del necessario. In certi paesi africani, se
l’incaricato alla circoncisione dovesse sbagliare amputando il piccolo glande,
viene messo a morte. Per lo meno, è quello che ho sentito dire tempo fa. Si
tratta quindi di un lavoro di alta responsabilità.
Come facciano gli ebrei non
so, ma presumo che ci siano delle cerimonie di contorno. Refily, essendo
povero, non ha festeggiato come avrebbe voluto ma ha fatto eseguire la
circoncisione senza tanti clamori. Vedremo a fine mese cosa organizzerà la
nonna di Sammy e Odillon. Sarà per questa violenza subita nell’infanzia che
ebrei, arabi e africani sono di carattere così litigioso? Ai nostri bimbi può
capitare al massimo che gli gettino un po’ di acqua fredda sulla faccia, sopra
il fonte battesimale, a meno che non si vogliano considerare rituali anche le
vaccinazioni infantili, ma a questi poveri bimbi malgasci succede di peggio.
Gli ebrei osservanti ( = praticanti ) mutilano i loro figli l'OTTAVO GIORNO dopo il parto. E li mutilano SENZA ANESTESIA, siccome anestetizzare un neonato così precoce, implica la altissima probabilità di causarne la morte. Tale mutilazione effettuata senza anestesia su un neonato implica un fortissimo "choc" fisico e psicologico, che gli resterà per lo meno a livello sub-conscio , per tutta la vita. Studi ed analisi sulle vittime di tale prtatica abominevole, hannoriscontrato e provato come tale "choc" sia analogo a quello di un soggetto che viene sottoposto a tortura. Gli ebrei-osservanti sono tuttavia soltanto più una minoranza..... .
RispondiEliminaFra i bimbi che in Madagascar hanno affrontato la circoncisione, a diverse età e non all'ottavo giorno, ve ne erano di quelli che si comportavano in modo stoico e coraggioso, altri che piangevano dirottamente. Ma poi passava.
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