Avendo
deciso di partire per tre giorni di vacanza a Mangily e non potendo lasciare
incustodita la casa, anche se dotata di inferriate alle finestre, sita nel
quartiere di Ambolanahomby in cui pullulano i ladri di polli, Tina ha cercato
un guardiano. E l’ha trovato in Nary Soavinera, un 43enne delle sua etnia che
normalmente fa lo scaricatore di sacchi. La crisi economica mondiale scatenata
da una combriccola di potentissimi criminali ha colpito anche lui, giacché, che
si tratti di scaricare balle di cotone o sacchi di riso da 50 Kg, Nary e gli
altri facchini suoi colleghi ultimamente passano molte giornate senza lavorare.
Se poi si pensa che, quando c’è da scaricare un camion, a fine giornata la loro
paga è di 1500 ariary (50 centesimi di euro) si è presi da un indicibile sdegno
per come degli esseri umani possano essere ridotti a livello di schiavi, ma
questa situazione ci fa almeno capire perché quando Tina gli ha offerto 25.000
ariary per farci da guardiano per due settimane (di ritorno da Mangily abbiamo
intenzione di andare a Itampolo), Nary è stato felicissimo di trasferirsi
giorno e notte nel cortile di casa nostra, dove ci sono due casette da
affittare. Lui si è sistemato in quella di lamiera. Si è portato dietro un
coltellaccio con una lama da 40 centimetri e una fionda, ma per il lavoro di
guardiano sono ammessi anche il famaky, la scure, e il lefo, la
lancia, che lui però non aveva.
Quando
giovedì sera 7 agosto è venuto a piedi da Analatsimavo, c’erano 5 poliziotti
per strada, che lo hanno fermato chiedendogli dove se ne andasse con quel
temibile coltello. Nary ha risposto che stava andando a prendere servizio come
guardiano e i poliziotti si sono limitati a dirgli di metterlo nella borsa che
aveva con sé. Da noi sarebbe scattato immediatamente il sequestro e la denuncia
per porto abusivo d’arma. Ho chiesto a Tina, mentre cenavamo tutti insieme in
cortile alla luce della luna, cosa succederebbe se qualcuno s’intrufolasse in
cortile e Nary lo uccidesse. Mi ha risposto che la polizia gli darebbe una
medaglia. In senso figurato. Cioè non ci sarebbe nessuna conseguenza legale per
Nary perché avrebbe solo fatto il suo dovere. I ladri, in Madagascar, fanno un
lavoro molto pericoloso. Tuttavia, bisogna dire che se volessero fare le cose per
bene, cioè se agissero in più persone, la prima cosa che in questi casi si fa è
quella di uccidere il guardiano, per poi agire indisturbati e assaltare la
casa. Quindi, anche Nary potrebbe temere per la sua vita se Ambolanahomby fosse
un quartiere veramente pericoloso. Per fortuna, ci sono solo ladri di polli.
Cenando
insieme, grazie a Tina che faceva da interprete, ho voluto sapere qualcosa di
lui. Ha due figli, avuti da una donna che non ha mai ufficialmente sposato,
cioè con cui non ha fatto fomba, forse
perché è sempre stato troppo povero per comprare uno zebù da uccidere in questa
tradizionale occasione. Ha già fatto il guardiano per un vazaha, in passato, e quindi sa cosa ci si aspetta da lui.
Non si è portato la stuoia da casa perché si vergognava, così ha dormito sul
cartone della specchiera che Tina aveva comprato il giorno prima. Ma quando
torneremo da Mangily gli compreremo un materasso di gommapiuma, per le dieci
notti in cui noi saremo a Itampolo. Quando, prima della nostra partenza, ho detto
a Tina di lasciargli tavolo e sedie, mia moglie mi ha risposto che Nary è
abituato a mangiare seduto per terra e che di una sedia non saprebbe che
farsene. Non avrei immaginato che le abitudini acquisite nella brousse fin da bambini, si consolidassero così
profondamente, poi, nella vita adulta.
La
mattina della partenza lo vedo accarezzare un pollastro malandato. Mi spiega
che è orfano e che i bambini ci stavano giocando. E’ visibilmente sofferente e
Nary cerca di fargli mangiare un po’ di riso. Mi dice che gli darà anche il
paracetamolo, sostanza miracolosa in Madagascar. Poi lo sento pronunciare la
parola manitsi, freddo, ma io
penso: “Avrà la febbre, piuttosto”. E invece, dopo qualche minuto di carezze,
il pollo si dirige barcollando verso un punto del cortile dove il sole
proiettava i suoi benefici raggi e vi si appisola. Potenza dell’istinto
animale! Saggezza degli uomini della brousse! Speriamo che al nostro ritorno, lunedì prossimo,
nel nostro cortile non ci sia stato nessun accoltellamento. Mi sentirei
responsabile perché i vazaha, in
quanto portatori sani di denaro, attirano la malavita. E ci vanno di mezzo
anche gl’innocenti.
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