sabato 8 ottobre 2016

A proposito dell'uragano Matthew


Fonte: Il Giornale

Alcune zone in Texas sono così aride da sembrare pianure di terra rossa su Marte. Nel frattempo, il nord est degli Stati Uniti è sommerso dalla neve. A Boston, questo inverno, ne sono caduti quasi tre metri. Di chi è la colpa? Secondo un importante climatologo americano della Rutgers University, la CIA vuole sapere se paesi ostili agli Stati Uniti possano causare simili calamità naturali e controllare il clima utilizzando tecnologie segrete. Al meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science in San Jose, California, lo scienziato Alan Robock ha detto di aver ricevuto una telefonata da due consulenti della CIA tre anni fa. “Se un altro paese stesse controllando il nostro clima,” gli chiesero, “ce ne accorgeremmo?”. Certamente, rispose Robock. Se qualcuno stesse cercando di alterare le nuvole per creare eventi climatici o di manipolare l’atmosfera, le immagini satellitari riprenderebbero qualsiasi mezzo utilizzato a proposito. Secondo Robock, però, la CIA in realtà voleva sapere quanta libertà d’azione esiste quando si parla di geo-ingegneria.



Il termine geo-ingegneria si riferisce alla manipolazione del sistema climatico terrestre con l’obiettivo primario di ridurre il riscaldamento del pianeta. Nelle mani della CIA, o di qualsiasi altro servizio segreto, la geo-ingegneria potrebbe diventare arma. Piogge torrenziali, tempeste di neve e siccità possono mettere in ginocchio un paese più che un attacco terroristico. Distruggono infrastrutture e interrompono servizi, tagliando risorse basilari come acqua ed elettricità. Non è una sorpresa che la telefonata del 2011 abbia lasciato Robock sconcertato. “Sarei preoccupato se qualcuno stesse cercando di controllare il clima senza un accordo internazionale”, dice lo scienziato. In realtà, l’uso della geo-ingegneria come arma di guerra non è nulla di nuovo. Ma ogni tentativo è andato fallito. Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, il governo britannico sperimentò la creazione di nuvole artificiali per confondere e disorientare i piloti dell’aeronautica militare tedesca. 


Durante la guerra in Vietnam, nel 1967-68, il governo degli Stati Uniti lanciò l’operazione Popeye, per cercare di aumentare del 30 percento le precipitazioni su alcune parti del Vietnam. Lo scopo era quello di rendere inaccessibili i vari sentieri che i Vietcong utilizzavano per rifornire i ribelli nel Vietnam del Sud. Che tutti questi tentativi siano falliti non rende inverosimile che la CIA sia ancora interessata all’uso della geo-ingegneria come arma. Non lo rende neanche meno preoccupante. Dal 1976, l’ONU vieta qualsiasi uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari e ad ogni altro scopo ostile. Gli Stati Uniti hanno firmato questa convenzione ONU, ma ciò non garantisce nulla. Non sarebbe la prima volta che la CIA calpesta trattati internazionali. Secondo Robock, prova che la CIA sia interessata alla geo-ingegneria è il finanziamento da parte dei servizi segreti americani di un recente report pubblicato dalla National Academy of Sciences che esplora vari modi di manipolazione del sistema climatico con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale.


Alcune di queste tecniche sembrano uscire da un film di fantascienza, ma nella comunità scientifica si parla con serietà di creare stratocumuli sopra gli oceani e di spruzzare aerosol di zolfo nella stratosfera per raffreddare il pianeta. Ma quando si parla di cambiamento climatico, la geo-ingegneria è ancora considerata l’ultima delle opzioni. Le tecnologie sono ancora primitive e le conseguenze di una tale manipolazione del clima sono sconosciute. In breve, è come paragonare la Terra a un paziente con il cancro, dice Hugh Hunt, professore di ingegneria a Cambridge. Anche se ti fa perdere i capelli e ti fa stare male, quando hai il cancro fai la chemioterapia, perché nonostante tutto, potrebbe salvarti la vita. La geo-ingegneria è un po’ come la chemioterapia di questo paziente chiamato Terra. Potrebbe essere un totale fallimento, potrebbe avere degli effetti collaterali orribili. Ma in fondo, in un pianeta dove non esiste la volontà politica di combattere il cambiamento climatico, la geo-ingegneria potrebbe essere la soluzione disperata che stiamo cercando. Oppure, nella mani della CIA o dei servizi segreti russi, potrebbe diventare un’arma peggiore di una bomba atomica, perché le conseguenze sono sconosciute. “Naturalmente se la geo-ingegneria può essere utilizzata per scopi positivi”, dice Robock, “può essere utilizzata anche per scopi malvagi”.


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