Fonte: Il Giornale
Alcune zone in Texas sono così aride
da sembrare pianure di terra rossa su Marte. Nel frattempo, il nord
est degli Stati Uniti è sommerso dalla neve. A Boston, questo
inverno, ne sono caduti quasi tre metri. Di chi è la colpa? Secondo
un importante climatologo americano della Rutgers University, la CIA
vuole sapere se paesi ostili agli Stati Uniti possano causare simili
calamità naturali e controllare il clima utilizzando tecnologie
segrete. Al meeting annuale dell’American Association for the
Advancement of Science in San Jose, California, lo scienziato Alan
Robock ha detto di aver ricevuto una telefonata da due consulenti
della CIA tre anni fa. “Se un altro paese stesse
controllando il nostro clima,” gli chiesero, “ce ne
accorgeremmo?”. Certamente, rispose Robock. Se qualcuno stesse
cercando di alterare le nuvole per creare eventi climatici o di
manipolare l’atmosfera, le immagini satellitari riprenderebbero
qualsiasi mezzo utilizzato a proposito. Secondo Robock, però, la CIA
in realtà voleva sapere quanta libertà d’azione esiste quando si
parla di geo-ingegneria.
Il termine geo-ingegneria si riferisce
alla manipolazione del sistema climatico terrestre con l’obiettivo
primario di ridurre il riscaldamento del pianeta. Nelle mani della
CIA, o di qualsiasi altro servizio segreto, la geo-ingegneria
potrebbe diventare arma. Piogge torrenziali, tempeste di neve e
siccità possono mettere in ginocchio un paese più che un attacco
terroristico. Distruggono infrastrutture e interrompono servizi,
tagliando risorse basilari come acqua ed elettricità. Non è una
sorpresa che la telefonata del 2011 abbia lasciato Robock
sconcertato. “Sarei preoccupato se qualcuno stesse cercando di
controllare il clima senza un accordo internazionale”, dice lo
scienziato. In realtà, l’uso della geo-ingegneria come arma di
guerra non è nulla di nuovo. Ma ogni tentativo è andato fallito.
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, il governo britannico
sperimentò la creazione di nuvole artificiali per confondere e
disorientare i piloti dell’aeronautica militare tedesca.
Durante la
guerra in Vietnam, nel 1967-68, il governo degli Stati Uniti lanciò
l’operazione Popeye, per cercare di aumentare del 30 percento le
precipitazioni su alcune parti del Vietnam. Lo scopo era quello di
rendere inaccessibili i vari sentieri che i Vietcong utilizzavano per
rifornire i ribelli nel Vietnam del Sud. Che tutti questi tentativi
siano falliti non rende inverosimile che la CIA sia ancora
interessata all’uso della geo-ingegneria come arma. Non lo rende
neanche meno preoccupante. Dal 1976, l’ONU vieta qualsiasi uso
di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari e ad ogni
altro scopo ostile. Gli Stati Uniti hanno firmato questa convenzione
ONU, ma ciò non garantisce nulla. Non sarebbe la prima volta che la
CIA calpesta trattati internazionali. Secondo Robock, prova che la
CIA sia interessata alla geo-ingegneria è il finanziamento da parte
dei servizi segreti americani di un recente report pubblicato dalla
National Academy of Sciences che esplora vari modi di manipolazione
del sistema climatico con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento
globale.
Alcune di queste tecniche sembrano
uscire da un film di fantascienza, ma nella comunità scientifica si
parla con serietà di creare stratocumuli sopra gli oceani e di
spruzzare aerosol di zolfo nella stratosfera per raffreddare il
pianeta. Ma quando si parla di cambiamento climatico, la
geo-ingegneria è ancora considerata l’ultima delle opzioni. Le
tecnologie sono ancora primitive e le conseguenze di una tale
manipolazione del clima sono sconosciute. In breve, è come
paragonare la Terra a un paziente con il cancro, dice Hugh Hunt,
professore di ingegneria a Cambridge. Anche se ti fa perdere i
capelli e ti fa stare male, quando hai il cancro fai la
chemioterapia, perché nonostante tutto, potrebbe salvarti la vita.
La geo-ingegneria è un po’ come la chemioterapia di questo
paziente chiamato Terra. Potrebbe essere un totale fallimento,
potrebbe avere degli effetti collaterali orribili. Ma in fondo, in un
pianeta dove non esiste la volontà politica di combattere il
cambiamento climatico, la geo-ingegneria potrebbe essere la soluzione
disperata che stiamo cercando. Oppure, nella mani della CIA o dei
servizi segreti russi, potrebbe diventare un’arma peggiore di una
bomba atomica, perché le conseguenze sono sconosciute. “Naturalmente
se la geo-ingegneria può essere utilizzata per scopi positivi”,
dice Robock, “può essere utilizzata anche per scopi malvagi”.
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