mercoledì 5 ottobre 2016

Il divorzio rientra nella strategia di distruzione della famiglia



Ci si sposa quando si è innamorati e si crede che tale condizione durerà per sempre. Già questa è quasi sempre una pia illusione perché la banalità del quotidiano e dell’abitudine, la difficoltà di amalgama delle due personalità, le difficoltà esistenziali che si incontrano inevitabilmente in questa società un poco schizofrenica e la stessa evoluzione delle condizioni  delle vite di ciascuno dei due sposi, sono tutte difficoltà che si interpongono e che usurano le migliori delle intenzioni. Al di là delle nostre illazioni, lo dimostrano i fatti, posto che le statistiche ci informano che entro i dieci anni dall’unione una grande percentuale dei matrimoni finisce con una separazione. E qui arriviamo al dunque perché in ragione della legislazione matrimoniale vigente, quasi tutte le separazioni si risolvono con una batosta insopportabile per i mariti.



Abitazione, alimenti, affidamento di eventuali figli riducono spesso i mariti separati o divorziati in situazioni che rasentano la miseria e che portano alla depressione. Dato che gli uomini constatano ogni giorno simili situazioni, è naturale che si installi nelle loro menti una vera e propria PAURA del matrimonio a causa del fatto che tale avvenimento è, con grandissima probabilità,  foriero di guai e miseria. Ed ecco perché aumentano a dismisura le convivenze che non comportano i rischi suddetti mentre diminuiscono i matrimoni che tali rischi comportano. Né si può, in coscienza, dare torto a coloro che non sono pronti a mettere la loro testa nel cappio di una istituzione che non tiene conto della parità, tanto agognata ed infine  raggiunta, tra uomo e donna, ma scarica sull’uomo tutta la responsabilità e tutto il peso quando il rapporto matrimoniale si rompe!


Se la parità fosse effettiva anche laddove può portare ad effetti negativi e non solo per quanto attiene ai vantaggi che può comportare, allora il peso delle separazioni si dividerebbe su entrambi i coniugi e non su uno solo di essi. Spesso, quando la rottura non avviene, la vita coniugale è fatta di sopportazioni, di inganni, di tradimenti e non è molto migliore di quella di chi si separa. Se poi a tutto ciò aggiungiamo il fatto che questa nostra società moderna ha dismesso valori come il senso di responsabilità a favore di uno sfrenato ed egoistico edonismo, allora si può avere la chiave di lettura del fenomeno. In ultima analisi si potrebbe considerare che la crisi dei matrimoni altro non è che uno degli aspetti della più generale crisi di questa società che ha voluto distruggere i vecchi valori senza sostituirli con nuovi e validi che ne sostenessero lo scheletro.


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