Testo di Alessandro Mezzano
Ci si sposa quando si è innamorati e
si crede che tale condizione durerà per sempre. Già questa è quasi
sempre una pia illusione perché la banalità del quotidiano e
dell’abitudine, la difficoltà di amalgama delle due personalità,
le difficoltà esistenziali che si incontrano inevitabilmente in
questa società un poco schizofrenica e la stessa evoluzione delle
condizioni delle vite di ciascuno dei due sposi, sono tutte
difficoltà che si interpongono e che usurano le migliori delle
intenzioni. Al di là delle nostre illazioni, lo dimostrano i fatti,
posto che le statistiche ci informano che entro i dieci anni
dall’unione una grande percentuale dei matrimoni finisce con una
separazione. E qui arriviamo al dunque perché in
ragione della legislazione matrimoniale vigente, quasi tutte le
separazioni si risolvono con una batosta insopportabile per i mariti.
Abitazione, alimenti, affidamento di
eventuali figli riducono spesso i mariti separati o divorziati in
situazioni che rasentano la miseria e che portano alla depressione. Dato che gli uomini constatano ogni
giorno simili situazioni, è naturale che si installi nelle loro
menti una vera e propria PAURA del matrimonio a causa del fatto che
tale avvenimento è, con grandissima probabilità, foriero di
guai e miseria. Ed ecco perché aumentano a dismisura
le convivenze che non comportano i rischi suddetti mentre
diminuiscono i matrimoni che tali rischi comportano. Né si può, in coscienza, dare torto a
coloro che non sono pronti a mettere la loro testa nel cappio di una
istituzione che non tiene conto della parità, tanto agognata ed
infine raggiunta, tra uomo e donna, ma scarica sull’uomo
tutta la responsabilità e tutto il peso quando il rapporto
matrimoniale si rompe!
Se la parità fosse effettiva anche
laddove può portare ad effetti negativi e non solo per quanto
attiene ai vantaggi che può comportare, allora il peso delle
separazioni si dividerebbe su entrambi i coniugi e non su uno solo di
essi. Spesso, quando la rottura non avviene,
la vita coniugale è fatta di sopportazioni, di inganni, di
tradimenti e non è molto migliore di quella di chi si separa. Se poi a tutto ciò aggiungiamo il
fatto che questa nostra società moderna ha dismesso valori come il
senso di responsabilità a favore di uno sfrenato ed egoistico
edonismo, allora si può avere la chiave di lettura del fenomeno. In ultima analisi si potrebbe
considerare che la crisi dei matrimoni altro non è che uno degli
aspetti della più generale crisi di questa società che ha voluto
distruggere i vecchi valori senza sostituirli con nuovi e validi che
ne sostenessero lo scheletro.
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