Fonte: Pars Today
Il Muos potrebbe
alterare le cellule umane, questo è quanto si è potuto apprendere
da uno studio condotto dal professor Marcello D’Amore, che ha
smontato le rassicurazioni dell’Istituto Superiore della Sanità;
l’esperimento è stato condotto a meno di 800 metri dalla base Usa
posta a Niscemi. Negli anni passati era stata
depositata una relazione redatta dal professor D’Amore che aveva
lanciato ulteriori allarmi sulle alterazioni cellulari, criticando
anche le misurazioni effettuate dall’Arpa Sicilia. Le analisi sono
state commissionate dai cittadini di Niscemi e sono state condotte
dal Dr. Fiorenzo Marinelli, ricercatore presso l’università di
Bologna, e dal professor Coraddu del politecnico di Torino; all’esame
ha preso parte anche Maurizio Zucchetti del comune di Niscemi.
Dallo studio sul Muos, composto da 18
pagine, si parte con una premessa ben precisa: “La letteratura
scientifica pubblicata negli ultimi anni dimostra che
avvengono significativi effetti biologici a livello cellulare e
dei sistemi d’organo per esposizione a campi
elettromagnetici a livelli non termici”. Situazioni ben
presenti dal 1991 nella zona delle antenne militari in contrada Ulmo. L’esperimento principale sulle
azioni del Muos è stato condotto presso un’abitazione distante 800
metri dal sito dove è posta l’antenna Lf. Il sistema Muos
integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi
parte del mondo e ha l’obiettivo di rimpiazzare l’attuale sistema
satellitare UFO (Ultra High Frequency Follow-On). Tra
continue manifestazioni della popolazione e ricorsi al Tar, il 9
marzo 2016 il Muos viene acceso alle 9 del mattino su disposizione
del Cga per
il tempo necessario a verificare sul campo la reale pericolosità
delle emissioni elettromagnetiche della struttura.
La scelta del luogo non è casuale,
infatti è questo il perimetro che viene monitorato in modo
continuativo dal 2008 con l’Arpa che vi ha effettuato numerose
misurazioni; il problema di queste misurazioni è che sono relative
alle condizioni di campo imperturbato, la relazione di Zucchetti e
Corraddu afferma che le misurazioni svolte dall’Arpa mostrano che i
limiti di sicurezza previsti dalla legislazione italiana saranno
sicuramente superati. Sebbene le caratteristiche del sistema siano
poco note, si possono comunque avanzare alcune ipotesi circa i rischi
associati al Muos; la relazione prosegue con l’analisi dei
potenziali rischi cui può andare incontro la popolazione che abita
nelle zone adiacenti l’impianto.
Nell’esperimento sugli effetti dei
campi elettromagnetici è stata utilizzata una metodologia
concernente la coltivazione mediante un incubatore portatile per
cellule in grado di mantenere condizioni standard di coltura. Dalle
conclusioni si è visto che l’esposizione continua alla radio
frequenza provocherebbe una instabilità genomica nelle cellule ed
una progressiva instabilità cromosomica; detto in parole semplici un
rischio di tumori molto elevato. Tali conclusioni sono state oggetto
di contestazione da parte di alcuni esperti che hanno effettuato
altre stime di rischio, le contestazioni hanno riguardato sia il
merito sia il modo in cui sono state anticipate alla stampa.
Rimane il fatto che costruire un
ecomostro come il sistema d’antenne del Muos in un territorio già
devastato dalla vicina raffineria di Gela, non aiuta a risolvere la
delicata situazione dell’inquinamento ambientale in una delle zone
a più alto tasso di mortalità dovuta ai tumori. Rimangono come
sempre inascoltate le voci della popolazione che si è sempre
dimostrata contraria all’installazione delle antenne voluta
fortemente dal Governo degli Stati Uniti, con il beneplacito della
Regione Siciliana e del Governo italiano.
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