Testo di Dario Dabizzi
Provo a immaginare le obiezioni. L’odio e la frustrazione, la
pazzia o la lucida malvagità, bastano a procurarsi i mezzi per
uccidere ferire e fare strage. Basta un furgone, un’accetta. Però:
questo è l’AR-15 Rifle che il diciannovenne espulso “per ragioni
disciplinari” dalla scuola della Florida ha impiegato mercoledì
per ammazzare 17 fra studenti e insegnanti, ridurne tre in fin di
vita e ferirne altre decine. In sparatorie scolastiche come questa
sono state uccise negli ultimi cinque anni 400 persone, molti fra
loro erano bambini: 291 sparatorie, in media una a settimana. “E’
un fucile semiautomatico, il cui marchio è passato dalla Armalite
alla Colt… È camerato principalmente per la cartuccia 5,56 × 45
mm NATO”. Eccetera. Domanda: pensate davvero che i nostri affabili
episodi quotidiani, una coltellata subito pentita alla guancia della
professoressa, una gragnuola di cazzotti sulla faccia del professore
e così via, non saprebbero fare tesoro del salto tecnologico
consentito dalla disponibilità di strumenti come l’AR-15 Rifle e
le “innumerevoli altre armi che il giovane deteneva”, secondo lo
sceriffo locale?
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