domenica 11 febbraio 2018

Se vedi nero spara a vista: o è un prete o è un fascista! E se è un immigrato?


Testo di Mario Anzil


A chi, per compensare la glicemica overdose di canzonette dolciastre di Sanremo, volesse gradire una pietanza rancida e acida, consiglio di guardarsi subito sul sito de La Repubblica la diretta della odierna sfilata antifascista. La sinistra italiana, perversamente masochista, divisa su tutto, anche alle elezioni, ha infatti astutamente ponderato di riunirsi a Macerata, dove una ragazza diciottenne è stata tagliata a pezzetti ed eviscerata, parrebbe da alcuni nigeriani irregolari (attenzione però: nel nostro ordinamento chiunque fino a condanna definitiva è considerato innocente). Per protestare contro questo ennesimo inammissibile orrido femminicidio, penserete voi. Eh, no! La sinistra, come ai vecchi tempi, marcia unita contro il fascismo e il razzismo! E contro Salvini, che, grato dell’omaggio, a breve passerà all’incasso (elettorale).


Sempre belle e colorate le oceaniche manifestazioni unitarie della sinistra: i soliti giovani annoiati ricchi figli di papà, carnascialescamente travestiti da poveri (male) e sporchi (bene), qualche antico reperto del comunismo reale orgogliosamente sventolante bandiera rossa con falce e martello (non ditegli che il muro è crollato trent’anni fa: lasciamogli per contrappasso, come fosse un soldato ancora fedele al patto Roma-Berlino-Tokyo, far la figura dell’odiato ultimo giapponese), qualche sindacalista con eskimo e barba (ma senza più l’Unità o La Repubblica sottobraccio), qualche dirigente di cooperativa (rossa), qualche renziano (ma quelli son per lo più presenti con il cuore, essendo occupati altrove), qualche cattocomunista (adesso a braccetto con i seguaci della Bonino), qualche seguace della Lorenzin (ma forse anche no: ne esistono davvero?), tanti immigrati, soprattutto di colore, accolti in trionfo più dei campioni beniamini dello sport preferito. 

Ah, le oceaniche manifestazioni unitarie della sinistra: sempre belle e colorate e-dimenticavo- allegramente chiassose. Rullii armoniosi di tamburi, ultimamente accompagnati dai ritmici bonghisti, e scoppi di petardi, e slogan proletari. Sempre poetici e originalmente nuovi gli slogan delle manifestazioni unitarie della sinistra: dal tradizionale “cacceremo via fascisti e polizia”, già vietato per vetustà da Mao durante la lunga marcia, al sentimental-neomelodico “odio la lega” fino al gran classico “vedi nero, spara a vista, o è un prete o un fascista”. Che, scandito in mezzo a extracomunitari di colore, fa un certo che...

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