venerdì 9 febbraio 2018

Il vento gelido della dissidenza


Ero andato dal medico per curarmi la tosse, e scopro di avere pochi giorni di vita. Questo potrebbe essere l’inizio di un racconto o di un film in stile Woody Allen o Akira Kurosawa, se non fosse che si avvicina molto all’esperienza che ho appena vissuto. Avevo preparato un trolley con le cose che immagino servano in ospedale, un pigiama, un libro, lo spazzolino da denti, poiché ero disponibile a farmi ricoverare, ma quando ho manifestato questa mia intenzione al medico, si è messo a ridere. Dopo di che, però, mi ha fornito un’impegnativa da presentare al pronto soccorso dell’ospedale di San Vito, dove mi sono recato subito dopo. Mi aspettavo di dover fare i Raggi X ai polmoni, che avrebbero permesso al medico di capire qual era la causa della tosse, ma la dottoressa dell’ospedale, in seguito all’esame per cui mi sono stati applicati numerosi elettrodi su tutto il tronco, ha ritenuto che fossero, a quel punto, di secondaria importanza. “Lei ha il cuore che batte troppo velocemente”, ha esordito mentre io avevo ancora tutti quei serpentelli attaccati al corpo. “Sa cosa significa questo? Che potrebbe partire un trombo e venirle un ictus”.



L’infermiera che me li aveva attaccati, già si stava impossessando del mio braccio destro, per infilarvi un ago in vena, quando la dottoressa proseguì dicendo: “Dovremo rendere il suo sangue più fluido, a causa dell’iperattività del cuore, e dovremo farle alcune iniezioni in pancia”.

No, vi prego non fatemi iniezioni in pancia, mi sono sentito risponderle. Evidentemente, non capita molto spesso che negli ambulatori del pronto soccorso si presenti un paziente poco….paziente. Un paziente che non accetta supinamente tutta la procedura prevista e, benché non fosse da me voluto, si è creata la situazione del riottoso che contesta il sistema. Ero andato prima dal medico e poi in ospedale per curare catarro e tosse, e mi sono ritrovato ad indossare i panni del contestatore, di chi osa mettere il discussione la prassi medica consolidata. Probabilmente, dottoressa e infermiera avranno pensato che sono anche contro i vaccini: l’associazione di idee viene spontanea. Cosa è venuto a cercare qui da noi questo figlio dei fiori – si saranno anche chieste – che se ne torni nel suo ashram, a farsi curare dal suo santone!

Ma, in fondo, poiché io non vivo in un ashram e non sono solito farmi curare dai santoni, che cosa chiedevo implicitamente con il mio rifiuto di farmi bucare? Che si devono sviluppare tecnologie non invasive, per quei pazienti che hanno idiosincrasie nei confronti delle siringhe. A loro, che sono istituzione e sistema, spetta l’onere di farlo, non al malcapitato che già deve lottare con un guaio imprevisto. E’ come si dice in ambiente scolastico, tra maestri: è la scuola che deve andare incontro all’alunno e non viceversa. Lo Stato deve servire al cittadino, non viceversa. Altrimenti non è più Stato ma Dittatura. Io ero disposto a rendere più fluido il mio sangue, se questo sarebbe servito a farmi evitare un ictus, ma usando metodi dolci e senza farmi bucare.


E invece, lì si continuava a fare terrorismo psicologico, paventando la morte per trombosi, l’ictus, la paresi, mettendo in uno stato di colpevolezza il paziente. Nel film “Qualcosa è cambiato”, c’è un tizio che ne ne va dalla casa di Helen Hunt, dopo che il figlio di lei gli aveva appena vomitato sulla giacca, dicendo: “Troppa realtà per un venerdì sera!”. 

Ecco, venerdì 9 febbraio, nell’ambulatorio dell’ospedale di San Vito, io mi sono sentito così. Troppa realtà concentrata negli stessi giorni. Ero stato male, tossivo continuamente, ero andato dal medico, avevo preparato il trolley per un soggiorno in ospedale, avevo desiderato che qualcuno mi aiutasse, avevo maledetto la mia condizione di singolo e qualcuno mi vomitava in faccia la condanna a morte per trombosi o quella non meno temibile di ictus, che ricorda cactus, e quindi qualcosa di spinoso, doloroso. Ho reagito come quell’attore del film, andandomene. Ho chiesto di firmare l’atto legale di autodimissioni (Dio benedica il nostro Stato laico e liberale, nonostante tutto). Quattro sono state le firme da me vergate su altrettanti moduli, ma non prima che la dottoressa non mi facesse parlare al telefono con il mio medico, rintracciato nel frattempo. Operazione che non è servita a farmi cambiare idea. Ho ringraziato, ho salutato e ho chiesto scusa per gli inconvenienti, soprattutto per aver portato nelle loro vite di brave professioniste il vento gelido della dissidenza.

10 commenti:

  1. SSenti Valdo Vaccaro e magari ti consiglierà di prendere 30 gocce di ribes nigrum e 30 di propoli tutte le mattine a digiuno in un po' d'acqua per un certo periodo di tempo. A me ha sciolto quella tossetta secca che mi infastidiva. Poi ci sono le caramelle balsamiche, il polline, il miele...tanto le api sono come Noi e le formiche...militari...e quindi non è ci commuovono poi tanto...Megllio Noi che quella nullafacente dell’ape regina o principessa che sia. Quando il sistema immunitario è forte anche se ti sbaciucchia un influenzat* la beatrice non ti becca. Prima i genitori in buona fede, poi la chiesa che si appropria di te col battesimo, contratto nullo ché il neonato è incapace di intendere e di volere, poi la scuola, poi la medicina, poi i governari,: con malafede e sete di potere tutti da respingere al mittente.

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  2. @Roberto,

    dispiace leggere che hai questa serie di problemi piuttosto importanti & seri tipici dell' età, sappi che le punturine sulla pancia attorno all' ombelico normalmente SONO a base di EPARINA che è un farmaco fluidificante del sangue;

    le conosco molto bene PERCHE' me le sono fatte nel periodo post-operatorio alla rottura del femore come da protocollo, un suggerimento se DEVI annegare fallo nell' oceano= ospedale di UDINE e NON in un piccolo laghetto= ospedale di S. VITO e/o simili;

    in ogni caso NON sottovalutare gli esami del sangue e l' ECG evidentemente avendolo denso sei veramente a rischio, normalmente per renderlo più fluido un rimedio "alternativo" ma lungo c' è ed è quello del succo di almeno 2 limoni al mattino e a digiuno !!!

    BUONA FORTUNA
    "FRUT"

    SDEI

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    1. Stranamente, anche Tina, nella sua arretratezza culturale, ha insistito molto con i limoni. E con il miele.


      Conoscenze ataviche universali.

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  3. Ostia ! Vedro di fare un giro in un qualche tempio , Faccia come vuole ma al SUO posto mi curerei bene li' in Italia ,non sperera' in Madagascar dagli Zulu

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  4. Da parte mia mi sento di dire che l'italia di questi tempi abbatterebbe moralmente e quindi fisicamente anche un Bufalo! Venga in Thailandia altre onde profumi Cibo altro clima Per un viaggiatore come lei SAREBBE un corrobarante miracoloso,non le darei noia si fa LA sua vacanza e le do il mio numero di tel cosi che se ha bisogno mi chiama ,io ora sono dai Khmer ma di solito bazzico ko kood ko samet trat ko chang Chantaburi pattaya rayong

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    1. Grazie. La proposta è allettante, ma le mie condizioni di salute votano unanimemente a sfavore.

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  5. Esagera con i limoni anche se ormai quelli buoni ed italiani sono difficili da reperire.
    Fai digiuno (solo pastina e tisane).
    Niente pane e pasta per un po'.
    Ti rimetterai presto. Faccio il tifo per te. Ciao

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  6. Per oltre un anno mi sono fatto da solo punture di eparina in pancia. Non occorre l'infermiere. Sono alla portata di quasi tutti. Sono una rottura, ma non sono cosi terribili. Comunque un abbraccio.....

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