Testo di Dario Dabizzi
Stanno già iniziando a morire i nonni, portandosi nella tomba le
loro pensioni e le loro reversibilità, e un'intera generazione di
nipoti, acculturati, laureati, precari, non percepirà più la
paghetta che consente loro di prendere una pizza il sabato sera e
comprare i preservativi per il sabato sera dopo la pizza. E
quando inizieranno a morire i genitori, portandosi nella tomba le
loro pensioni e le loro reversibilità, la stessa generazione di
figli, acculturati, laureati, precari, dovrà capire come pagare le
bollette di una casa di proprietà diventata improvvisamente gravosa.
Per chi ce l'ha: chi è in affitto si arrangerà. La mamma
rincoglionita in carrozzella sarà nutrita a Gerovital e acquasanta,
perché se trapassa si porta con sé la possibilità neppure di farsi
tre giorni a Fregene, ma proprio di comprare gli omogeneizzati, ché
Fregene se ne parla l'anno prossimo. Ma la vecchia trapasserà e
con essa la sua reversibilità. E vedremo in vendita appartamenti
troppo grandi per essere mantenuti, acquistati per un pugno di soldi
dai soliti noti, sfruttando la difficoltà contingente, che
contingente non è, perché si tratterà di emergenza sociale
strutturale consolidata. E un boom di richieste per sistemazioni
più modeste, periferiche, "transitorie" per una vita
intera.
E quella generazione di persone, senza più rete
protettiva familiare, ormai adulte, acculturate, laureate, precarie,
si ritroverà con i figli messi al mondo - per chi li ha avuti/potuti
avere - arrabattandosi tra una frittura di patatine e un contratto a
due mesi. E dovrà contare solo su loro, i figli appunto, non
avendo non dico un futuro ma neppure un presente. I figli come
unica risorsa. Sta per nascere un nuovo proletariato, con lo
smartphone in mano. Ma il penultimo modello, ché quello nuovo costa,
signora mia. E voi state a pensare agli immigrati!
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