Testo di Daniela Leusch
L'aver adottato Ezra Pound come simbolo del movimento ha provocato
polemiche sull'opportunità dell'operazione da parte della figlia del
poeta statunitense, Mary de Rachewiltz, che ha lamentato una
distorsione del significato del lavoro di Ezra Pound parlando
apertamente di una “indebita appropriazione” dell'immagine del
padre. Nel dicembre 2011, a seguito dei due omicidi razzisti avvenuti a Firenze da parte di un simpatizzante del movimento, la figlia di
Ezra Pound ha dichiarato a The Guardian e al Corriere della Sera di
procedere per le vie legali in quanto ritiene infangato il nome di
suo padre e affermando che: «Un'organizzazione politica compromessa
come questa non ha nulla a che fare con il nome Pound». Il 10 giugno
2016 il tribunale di Roma ha dato ragione a CasaPound rigettando le
contestazioni di Mary de Rachewiltz in quanto "il nome CasaPound
è diverso e autonomo rispetto al nome Ezra Pound" e
l'associazione CasaPound non "ha in alcun modo legittimato l'uso
della violenza sotto il nome del poeta Pound".
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