martedì 27 febbraio 2018

Il candidato filonazista



Dario Fabris è uno dei candidati di Forza Nuova alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Fabris rappresenta la lista Italia agli italiani, coalizione formata da Forza Nuova insieme alla Fiamma Tricolore, nel collegio uninominale di Pordedone per la Camera dei Deputati. Come notato dall’Espresso, e poi diffusosi su Facebook, Dario Fabris aveva una foto profilo sul social media in cui posava abbracciato a Erich Priebke. Un’immagine davvero inquietante, corredata con tanto di immancabile, viste le simpatie politiche nazifasciste, “No allo ius soli”. Erich Priebke è stato un criminale di guerra, agente della Gestapo prima e poi comandante delle SS in Italia, condannato all’ergastolo dalla nostra magistratura per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il 24 marzo del 1944 Priebke organizzò l’esecuzione di 335 ostaggi italiani, uccisi  su ordine diretto di Adolf Hitler come rappresaglia per l’attentato di via Rasella a Roma.


Il giorno prima i partigiani del GAP avevano fatto esplodere una bomba che aveva ammazzatto 33 militari nazisti. Dopo esser fuggito in Sudamerica, in Argentina, Erich Priebke è stato estradato in Italia nel 1995 per esser sottoposto al processo per l’eccidio delle Forze Ardeatine. Dopo un lungo iter giuridico Priebke è stato condannato all’ergastolo nel 1998, e ha scontato il carcere a vita in un appartamento a Roma, messo a disposizione dal suo avvocato, Paolo Giachini. Nel 2013 Erich Priebke è morto in Italia. Nel corso dei suoi ultimi anni di vita la sua residenza, così come i suoi spostamenti nel nostro Paese sono stati oggetto di un pellegrinaggio degli estremisti di destra, desiderosi di incontrare e celebrare un comandante nazista. Uno di loro era Dario Fabris, militante di Forza Nuova in Friuli Venezia-Giulia, assicuratore per professione e nazifascista per convinzione. Dario Fabris non ha chance di essere eletto, ma fa comunque spavento, come scoperto dall’Espresso, che un candidato per la Camera dei Deputati esibisca orgoglioso una foto con un criminale nazista come Erich Priebke condannato all’ergastolo per aver ucciso 335 italiani. Una curiosa contraddizione con lo slogan della lista Italia agli italiani.

2 commenti:

  1. Andrea Mollica autore di questo fazioso articolo ha nulla da dire su proditorio atto terroristico di via Rasella organizzato da comunisti e paracomunisti diretti dalla autonominatasi giunta militare formata da Giorgio Amendola, Riccardo Bauer e Sandro Pertini. In via Rasella vi furono anche morti civili, tra cui un bambino di 13 anni. Una via cittadina non può essere teatro di guerra. I cosiddetti partigiani furono tutti dei fuori legge non riconosciuti dal governo Badoglio e nemmeno ufficialmente dagli americani. Erano dal punto di vista del diritto internazionale dei fuorilegge che sparavano alle spalle vigliccamente. Contro le leggi internazionali della Convenzione di Ginevra. Furono tutti responsabili delle rappresaglie dei nazisti, rappresaglie riconosciute dal diritto internazionale di guerra. I vigliacchi attentatori di via Rasella non si presentarono per evitare la rappresaglia. Che fu condannata da vari tribunali solo perché per sbaglio ne furono uccisi cinque in più. Ricordiamo la luminosa figura di Salvo D'Acquisto che si offrì come responsabile di un attentato per evitare una rappresaglia. I tedeschi sapevano che era innocente ma preferirono il suo sacrificio pur di evitare una rappresaglia.

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    1. Un vecchio proverbio dice: "In guerra ogni spiedo è spada".

      Ovvero, non c'è soluzione di continuità tra stato di guerra e stato di pace. Tra soldati in armi e civili in borghese. C'è un'unica linea rossa che unisce i due estremi.

      La cosiddetta pace è più che altro una tregua.


      Se oggi noi ci lamentiamo per il popolo italiano che subisce senza reagire, non possiamo lamentarci di italiani che non vollero subire e reagirono a quella che ai loro occhi appariva come un'occupazione da parte dei tedeschi.


      L'una cosa esclude l'altra: o sbagliamo noi oggi a non reagire oppure dovremmo fare come i partigiani di quell'epoca, facendo attentati. Ma non lo facciamo, non facciamo niente. Loro lo fecero.

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