sabato 24 febbraio 2018

La violenza buona e la violenza cattiva



Ogni volta che si scatena la violenza di piazza i soliti commentatori prezzolati, le puttane dell’informazione, i servi del potere, uniti ai politici cacciaballe, si affannano a definirla sui giornali e nelle TV, come manifestazione fascista. Come se il Fascismo avesse avuto l’esclusiva della violenza, come se non fosse vero che la violenza squadristica fu una reazione (e difatti le sinistre chiamarono esse stesse i fascisti reazionari) alla violenza della sinistra che gettava negli altiforni del Lingotto di Torino gli avversari, che negli anni Venti sparava ed uccideva per le strade e nelle piazze di tutta Italia, che assaltava le sedi degli avversari, quella sinistra che stuprava e massacrava nelle radiose giornate (leggetevi Pansa e De Felice ), che era protagonista delle purghe staliniane in Russia e nei Balcani del dopo guerra e delle repressioni in Ungheria ed in Polonia, quella sinistra che scriveva sui muri “le sedi dei fascisti si chiudono con il fuoco” e “Uccidere un fascista non è reato”. Ora il voler dare la falsa informazione che il Fascismo e solo il Fascismo abbia l’esclusiva della violenza è, oltre che una sporca menzogna per ingannare la pubblica opinione, un vigliacco tentativo di giustificare, negandola, la violenza della sinistra che, al contrario, è protagonista in tutto il mondo della violenza.




Ė pur vero che Lenin diceva che: ”la menzogna in bocca ad un comunista è una verità rivoluzionaria”, ma va tenuto presente che Lenin parlava ai comunisti, notoriamente poco forniti di intelligenza e di buon senso, e che gli altri, quelli normali, non sono così sprovveduti. Se i suddetti commentatori non fossero quello che sono e fossero invece onesti e sinceri, definirebbero ogni violenza, di qualsiasi colore come un sopruso ed un’ingiustizia da condannare e da evitare. Purtroppo però essi non sono né onesti, né sinceri ed allora...

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