Fonte: Riscatto Nazionale
Prostituzione politica:
svolta comunista di Pier Ferdinando Casini: “Nella Casa del Popolo
mi sento come a casa mia”. Cosa non si fa per non perdere la
poltrona, democristiani nel midollo. Dopo una vita all’ombra dello
scudo crociato e della Democrazia cristiana, Pier
Ferdinando Casini si
scopre compagno. Tanto da sentirsi a casa nel “covo” dei
comunisti, all’ombra di Gramsci, Togliatti, Matteotti e Di
Vittorio. E mentre tra le pagine di Guareschi
Peppone e Don Camillo si fronteggiano – l’uno nella Casa del
popolo, l’altro nella Casa di Dio -, l’ormai ex leader dell’Udc
e candidato ora con il Partito democratico non ha remore a farsi
fotografare nella casa del Popolo Corazza, nella sede più rossa
della rossa Bologna, tra i militanti più rossi (o almeno quelli
rimasti nel file di Renzi). “Rossoblu è nel mio Dna, nel mio
sangue”, rivendica con orgoglio Casini, “Per me non cambia
niente. L’effetto è di stare a casa mia”.
Eppure è tra gente
che – lo ammette lui stesso – conosce da 30 anni, ma “con
cui non ho condiviso dei progetti politici”. Ma, proprio come nella
vecchia Dc, il diktat è lo stesso. Tutti uniti contro un nemico
comune: “Fermare i barbari che sono Salvini e i 5 Stelle. Se
avranno il 51% c’è da allacciarsi le cinture di sicurezza”. Insomma, deposto lo scudo crociato,
Casini è pronto a impugnare (o quasi) persino “falce e martello”.
Cosa non si fa per una poltrona…
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