Due notizie che mi sento di accostare ai maltrattamenti subiti dal
sindaco Nardella, invitato al presidio di protesta contro l’uccisione
del senegalese. Uno è successo in Italia, e precisamente a Padova,
l’altro in Spagna, a Madrid. A Padova è stato denunciato colui che ha incendiato la porta di una moschea, usando, per accendere il
fuoco, la sua scheda elettorale, con tanto di nome e cognome. Che
genio! Non vi ricorda le carte d’identità dimenticate in macchina
dai terroristi dopo gli attentati? Non vi ricorda il passaporto del
presunto terrorista trovato integro ai piedi delle fumanti torri
gemelle a New York nel 2001?
L’altro episodio, successo in un bar di Madrid, è così assurdo
che mi viene il sospetto che sia tutta una montatura. Un attore di
origini africane, ma cittadino spagnolo, si avvicina al bancone del
bar per ordinare dei caffè. Lì è seduta una donna bianca che gli
dice: “Non voglio negri vicino a me. Io ti posso uccidere e non mi
succederebbe niente”. Strano! Qui in Italia, se un italiano
reagisce a un tentativo di rapina, viene indagato e finisce nei guai.
In Spagna dovrebbe essere diverso? Il mio sospetto è che anche la
donna bianca sia un’attrice, cioè una collega dell’uomo di
colore. Si tratta di una messinscena dove però la bottigliata è
autentica, anche se si tratta di una ferita da poco, guaribile senza
conseguenze in pochi giorni. Quanto sono stati pagati i due attori
per allestire questa surreale scenetta?
Veniamo al sindaco di Firenze. Se non ho visto male, a sputargli è
stato un bianco, presumibilmente un appartenente ai centri sociali,
quello che i camerati chiamano affettuosamente “zecca comunista”.
Io evito tali epiteti, ma constato che se i senegalesi di Firenze,
facendo 100 metri di strada, distruggono fioriere, bici e motorini, è
perché hanno avuto i “compagni” dei centri sociali come cattivi
maestri. Hanno avuto, da parte loro, il bell’esempio di una
mancanza di rispetto per le istituzioni e l’arredo urbano. Se le
prime possono essere criticabili, l’ordine, la pulizia e le
fioriere non fanno niente di male. Anzi, servono a rendere meno
squallido l’ambiente in cui vivono i cittadini. E pertanto vanno
lasciate dove sono, senza distruggerle.
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