La colpa delle miserie del mondo è solo nostra, di noi caucasici

Testo di Flughund

Gli occidentali non dovrebbero più nascondersi dietro ad un dito od arrampicarsi sugli specchi, perché è immorale. Si preferisce fuggire dalle proprie responsabilità storiche ed attuali, singole e collettive, anziché ammetterle al fine di farsi un esame di coscienza per apprendere delle necessarie lezioni di vita e di etica. Se l'Africa versa nelle condizioni di cui sappiamo, le responsabilità principali ricadono soprattutto sul mondo ricco ed influente, vale a dire Europa occidentale e America settentrionale, a cui più recentemente si sono aggiunti la Cina ed alcuni paesi mediorientali. 

La Madre Africa ed i suoi figli avrebbero diritto a richiedere dei risarcimenti per le pesantissime botte subite? Certo che sì. Non solo ne avrebbero pieno e doveroso diritto, ma all'Africa, nel complesso, spetterebbe un risarcimento che supererebbe i 70.000 miliardi di euro, anzi, forse la stima è persino sottostimata. Agli africani 70.000 euro a testa ai fini di riparare i danni causati a loro dal consumismo sfrenato praticato quotidianamente dalla maggior parte degli abitanti dei paesi benestanti. 

A tirare queste somme clamorose e scomode sono Maurizio Marchi e Paola Caforio, attivisti di "Medicina Democratica", che di recente hanno scritto un libro su questa tematica intitolato "Quanto l’Europa deve restituire all’Africa" (ed. Campano Pisa). Una lettura che risulterà particolarmente indigesta a tutti coloro che, con i tempi correnti, si sono conformati all'ondata vieppiù crescente di xenofobia e di razzismo alimentata da una determinata fazione politica. Si odiano gli africani non solo perché neri, ma anche perché molto poveri, e la povertà, soprattutto quando estrema, è qualcosa che la destra fascio-liberista ignora di sua volontà (nella migliore delle ipotesi) o che deride, ridicolizza e perseguita (nella peggiore di esse.) Ne è una testimonianza la pessima e demagogica politica anti-clochard innalzata in varie città italiane, come Verona e Trieste, amministrate da partiti borghesi di destra. 

A monte dell'estrema povertà che investe l'Africa subsahariana vi è ancora - neanche a farlo apposta - la vecchia e decrepita Europa. Prima colonizzando i loro luoghi nativi, sfruttandoli come schiavi e gettando le basi per quei conflitti etnici, che perdurano tutt'oggi, "tagliando con il coltello" i confini tra i vari odierni Stati africani, senza tenere conto in alcun modo delle differenze e divergenze interne a quel continente. La rapina delle risorse naturali dell'Africa non è affatto terminata con la decolonizzazione del secolo scorso, ma prosegue tutt'oggi, nel silenzio generale, attraverso le multinazionali occidentali e cinesi, insediatesi nel territorio interrando le maligne radici del denaro, creando nuove forme di colonialismo e di sfruttamento. Se a tutto ciò aggiungiamo il militarismo e l'indebitamento, sempre imposti dagli europei, allora si comprenderà appieno quanto i ricchi abitanti del mondo nord-occidentale siano effettivamente colpevoli (terminologia brutta, provocatoria, ma inevitabile) della miseria in cui gli africani vivono o sopravvivono. 

Un altro aspetto che intendo assolutamente menzionare è quello relativo ai consumi alimentari. Come suole dire l'influente filosofo Leonardo Caffo, noi occidentali abbiamo l'obbligo di divenire tutti vegani. L'europeo medio ingurgita circa 80 kg di carne all'anno, mentre l'africano medio appena 5 kg annui. Consci delle conseguenze nefaste e delle terribili ingiustizie, come le emissioni climalteranti, create dall'industria della carne, allora è puramente logico concludere che gli occidentali e le altre popolazioni ricche siano di parecchi anni luce maggiormente responsabili della crisi climatica antropica rispetto alle poverissime popolazioni del terzo mondo, che vivono ancora di agricoltura di sussistenza. Gli occidentali sono avidi consumatori di suolo. È stato dimostrato scientificamente che quella vegana è la scelta più ecologica e sostenibile perché è quella che produce meno emissioni climalteranti ed inquinamento, ed al contempo quella che consuma meno suolo e risorse naturali. Se vogliamo essere più giusti e se intendiamo davvero perseguire politiche di decrescita, al fine di salvare noi stessi e la Terra, allora l'adozione del veganismo deve essere veduto come assolutamente essenziale, soprattutto per le popolazioni dei tanti paesi a capitalismo avanzato e predatorio.