Daniela Fornasari: Purtroppo, meno male che anche questi martiri vengono ricordati
Luciana Borracci: Bravissimi, in ogni città ci dovrebbe essere una lapide così.
Graziella Rosi: Un po' di memoria su tutto ci vorrebbe, caro governo. Non solo su quello che volete voi. E non fare tornare più il passato.
Rossella Durante: Invece di pensare alle rivalse, rispettiamo le vite sacrificate per un ideale ideologico aberrante, attraverso momenti di riflessione!
Carlo Organai: Alla lapide manca un pezzo. "...barbaramente assassinati dai comunisti".
Salve
RispondiEliminaOggi o al massimo domani farò un video al riguardo ...
Un saluto
Piero
Si chiamava A. Zorzi, sfollata a Firenze nel primo dopoguerra. Vedova, una figlia piccolissima. Le fu fortunosamente assegnato un alloggio popolare, essendo indigente, sola, e con la bimba a carico. Fu poi assunta nella fabbrica dove lavorava mia madre. Divennero amiche. Non raccontò mai nulla del passato, ma nell'ambiente lavorativo si diceva il marito fosse stato eliminato dai partigiani. Italiani, titini? Doveva aver assistito a cose orribili, aveva lo sguardo perso, la chiamavano la friulana, i colleghi, le colleghe.
RispondiEliminaNel mio cuore nessuna croce manca, mirabile concetto ancor più mirabilmente espresso da Ungaretti in San Martino Del Carso. A qualcuno non piace la poesia. Perché è diretta, penetrante, lancinante, affilata e rovente come una spada alla forgia. Senza distinguo, prese di posizione, distacco, ciance, verbosita' spesso inutili, irritanti. Ma solo con questo mezzo si riesce, forse, a ricordare, a commemorare con giusto affetto, partecipazione, tutti coloro che scesero nella fossa per mano omicida, tutte le vittime di guerre, pulizie etniche, genocidi....
Appartenendo, mio malgrado, alla razza umana, provo a volte come un senso di corresponsabilità, di correita' per quello che i miei simili furono capaci di fare, stanno facendo, faranno, quasi che solo il destino, il caso, abbia impedito alle mie mani di lordarsi di sangue.
Citazione:
Elimina"la chiamavano la friulana"
In effetti, Zorzi, Zorzini, Zorzenon, Zanutto, Zanussi e tante varianti che cominciano con la Zeta, sono tipicamente veneti e friulani.
La signora in oggetto, comunque, dev'essere stata istriana e, in ogni caso, di cultura ed etnia veneta.
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RispondiEliminadovresti cercare di distinguere fra comunismo e comunista, comunità' e collettivismo come sistema sociale di vita ed anteporlo, se proprio vuoi cimentarti in ricerca storico-sociale al liberismo . .Del comunismo abbiamo circa 90 anni di teatro del quale se ne dicono di tutti i colori.. Del liberismo nato con adamo ed eva dobbiamo ancora farne la tara.
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RispondiEliminaCe n'è almeno uno, polacco, e non l'hanno fatto a Hollywood.
EliminaS'intitola "Katyn".
Avevo un amico , faceva BIASIOL come cognome.
EliminaEra di Pola mi pare...aveva tre anni e suo padre venne ucciso a bastonate dai comunisti davanti a sua madre legata ad una sedia che poi impazzi' e fini i suoi giorni a Torino in un istituto . Era diventato fascista per reazione.
Credo che di nefandezze ne siano state commesse da ambo le parti in lizza, con la differenza che fra i cosiddetti comunisti la maggior parte erano dei liberi battitori.. ognuno interpretava la sua battaglia seguendo mille ragioni inventate al occorrenza. anche fra i fascisti ci furono nefandezze. Purtroppo non posso dire cosa successe al mio paese dove sono nato....
Le foibe non tirano, non vendono. Strage di serie B. Fu sostituzione etnica cruenta, non giustificata da un bel niente, furono sterminati italiani non fascisti perdiana! Ma siccome Tito era ebreo ***, allora tutto si spiega, quasi si giustifica. Così ci catechizza il Vate con la S. Mamma mia, povera Italia... Strage, genocidio di serie B, immotivata, crudele oltre ogni immaginazione. Morire dentro le fosse di fame, di inedia, con le fratture esposte alle gambe, alle braccia... Fa il paio con la strage della divisone Acqui a Cefalonia, 11.000 nostri militari sterminati dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943. Qualcuno ricorda? Altra strage di serie B....
RispondiElimina*** alle teoria secondo la quale Tito era il figlio segreto di Churchill, a quella secondo la quale era un agente della CIA nato nel Nebraska, dove quando piove gocciola la frasca, ecco magicamente quella del Vate con la S, di teoria. Tito era ebreo, si riconosce dal naso. Circa il prepuzio non vi è certezza, essendo il serbocroato molto riservato e geloso del proprio pacco. Oh signur!
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EliminaIl mio contributo su Tito è un aneddoto.
EliminaAvevo otto o nove anni e, con genitori e zio, si andava ogni settimana in Yugoslavia.
Quando si tornava era una festa perché avevamo il bagagliaio pieno di cioccolate, yogurt, caramelle, succhi di frutta e anche bistecche e altro. I grandi avevano le loro bottiglie di Slivovitz, liquore alla prugna.
Il ricordo: una macelleria. I clienti indigeni in fila per uno, noi italianski alla rinfusa, senza fare la coda.
Io in disparte, come il passero solitario, in un angolino, ad osservare lo sguardo truce che gli indigeni ci rivolgevano.
Capivo che non ci erano amici.
In alto, sul muro sopra il macellaio che affettava la carne, il ritratto incorniciato di Tito, in bianco e nero.
E questo è il mio ricordo del Maresciallo.