giovedì 14 settembre 2023

Gli animalisti, che gentaglia!


Nicole Sossi: Un ristorante di una regione limitrofa alla mia oggi ha chiuso dopo 35 anni di attività. Due anni fa era stato vittima di un’ondata di recensioni negative da parte di un gruppo di animalisti ipocriti poiché vietava l’accesso ai cani di grossa taglia. 350 recensioni da una stella su 500 totali (150 accumulate negli anni precedenti). Oggi ha chiuso dopo due anni faticosi. 14 dipendenti (4 over 50 presenti lì dal primo anno) hanno perso il lavoro che a loro piaceva. Mi lascio tagliare i coglioni che quelle 350 recensioni non provengono da partite iva che sanno cosa voglia dire una recensione negativa per la propria attività, un libero professionista può essere il più animalista del mondo ma non sarebbe capace di arrivare a tanto. Ovviamente i giornali non ne parlano perché i dipendenti rimasti a piedi non hanno più un lavoro a causa di emerite teste di cazzo, non a causa del solito imprenditore cattivone egoista capitalista. Sempre peggio.

Me: Cioè, lei mi sta dicendo che il ristorante ha chiuso per colpa delle recensioni? Ma va là, raccontane un'altra! Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei è una scena del film di Benigni "La vita è bella". Vietato l'accesso a chi è senza Green passa. Ricorda?

Alberto only: Ma che problema c’è? A questa gentaglia gli danno visibilità e voce in mondovisione, sono sempre in TV, i loro ricorsi vengono accolti ovunque (vedi l’ultima di qualche giorno fa al tar Emilia Romagna). Comandano loro. Bisognerebbe silenziarli una volta per tutte.

Me: Il suo è un commento stupido, superficiale e cattivo.

Alberto only: Prendo atto. Tuttavia è quello che penso e dei suoi commenti, poco, anzi nulla, mi interessa.

10 commenti:

  1. Qui non è una questione di essere animalisti o meno è una questione di essere uomini,gli uomini sono rispettosi di tutto e di tutti degli uomini e degli animali (non ce ne sono molti al mondo,io non mi metto nella categoria),tutti gli altri in varia misura oscillano tra la categoria degli uomini e qualcosa di altro che non ha definizione.Saluti.

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    1. Di solito, un ristorante chiude perché il cuoco è incompetente e i camerieri sono scorbutici. Dare la colpa agli animalisti che hanno espresso un giudizio negativo per il divieto d'accesso ai cani mi sembra esagerato. E anche frutto di una personale antipatia dell'autrice del post nei confronti di cani e padroni.

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  2. Però pranzare con a fianco un molosso napoletano che ogni cinque minuti, bontà sua, scuote il testone e gli schizzi di saliva arrivano a tre metri di distanza, finendo nei piatti dei tavoli vicini, non è un bello stare a tavola. Esperienza diretta con gli schizzi di saliva appiccicati al mio bicchiere.

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    1. Verissimo. Anche il mio bulldog francese scuote la testa in quel modo, ma in pizzeria, essendo un cagnetto intelligente, si comporta da persona educata.


      Il problema è facilmente risolvibile se c'è la buona volontà da parte di tutti, ristoratore e clienti.

      Si ricava un settore a parte del ristorante, dedicato ai proprietari di cani, sul modello di certi supermercati che hanno carrelli della spesa appositi per...Fido.

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  3. Cosa c' entra l' animalismo col divieto di fare entrare cani di grossa taglia in un locale?
    Qui si entra nella libertà personale , se il gestore ritiene utile questa misura va bene così, è un suo diritto.

    Io , da proprietario di cane , anche se di taglia media, se non vengo accettato in un locale vado da un altra parte.

    Questo mi sembra un caso gonfiato , non si chiude un locale per qualche recensione negativa.

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    1. Citazione:

      "se non vengo accettato in un locale vado da un altra parte"


      Questo è il nocciolo della questione!

      Se non c'è nessuna altra parte che mi lascia entrare con il cane, che faccio? Non è la mia "libertà personale" che viene intaccata?

      Non sono forse discriminato come cittadino solo perché posseggo un cane?

      Lo abbiamo visto con il Covid: improvvisamente siamo diventati cittadini di serie B.


      In Iran, si arriva ad elargire frustate a chi semplicemente detiene cani a casa propria.

      Abbiamo seguito il caso di un'animalista di Teheran disperata...

      Grazie a Dio, siamo cristiani e non musulmani!

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    2. Anche durante il COVID c' era chi faceva entrare senza mascherina o pass ... non facciamo di tutta l' erba un fascio o solo una questione di principio.

      Metto al primo posto sempre la libertà, mia ma anche dei proprietari di locali , che pur essendo pubblici possono mettere dei vincoli a discrezione.
      Io , ad esempio , non andrei mai in un locale riservato a chi ha un cane , ci sarebbe un caos incontrollabile , già è difficile gestire la cosa se c'è solo un altro cane a un tavolo vicino , figuriamoci.
      Tutto dovrebbe essere regolato dal buon senso ( che sarebbe , la mia libertà finisce dove inizia la tua) , ma visto che il buon senso è merce rara ben vengano le regole.

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    3. Come non andrei al ristorante con un elefante, così non ci andrei con un alano.

      I cagnetti di piccola taglia che porto con me in pizzeria si comportano bene. Se entra un altro cane abbaiano ma li faccio stare zitti subito e loro ubbidiscono. La mia carlina abbaiava per avere ancora pizza, ma quando era sazia smetteva da sola.

      Nessun avventore si è mai lamentato.


      Se un ristoratore mette fuori un cartello in cui c'è scritto che i bambini non sono permessi, scoppia uno scandalo.

      Per i cani nessuno scandalo. Come mai?

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  4. Esperienza in parte condivisa, niente schizzi di saliva ma alano arlecchino enorme seduto per terra al tavolo di fronte, accanto al.padrone. Attributi in bella vista e ballonzolanti, seguendo il respiro ansimante dell' animale.

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    1. Vale lo stesso suggerimento che ho dato a DRUG: un settore del ristorante riservato ai cinofili.



      Nel 1991, quand'era ora di pranzo, attraversavo l'arteria principale di Trivandrum, capitale del Kerala.

      I ristoranti erano uno a fianco dell'altro e sull'insegna che dava sulla strada c'era scritto: "VEG", oppure "No VEG". così i clienti potevano scegliere ed entrare nel ristorante giusto.

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