Testo di Davide Faraone
Tre anni e camminare da solo nel deserto, non aveva nulla, era in compagnia di se stesso questo bambino. I suoi piedini affondavano nella sabbia. E’ stato intercettato da un altro bambino di 10 anni, anche lui solo, gli ha preso la mano, insieme nell’incertezza della vita hanno fatto la traversata in mare, fino a Lampedusa. Sono entrambi qui, il più piccolo è stato subito soccorso dalla Croce Rossa, per lui si sono aperte le case delle famiglie di Lampedusa, in molti ne hanno chiesto l’affidamento. Una gara di solidarietà bella, perché belli sono gli occhi di chi non muore di stenti, bella è quella parola che non racconta la morte ma la fugge. Non sappiamo il nome, né la nazionalità, non sappiamo se ha dei genitori in vita, non sappiamo nulla, non ci sono documenti. L’età è stata indicata dai medici. In tutta questa disumanità, che siamo costretti a leggere, questa è una di quelle notizie piena di dolore e solitudine ma che rilancia la speranza di una umanità diversa. Questo bambino non è più solo, questo è già un traguardo.
Basta guardare il suo profilo e si capisce tutto di questo soggetto.
RispondiEliminaPieno di luoghi comuni, di perbenismo di facciata , di frasi ad effetto per il gregge rimbambito.
L'ho sentito parlare in tivù: vomitevole!
EliminaLampedusa è un carnaio.
RispondiEliminaSembra la bolgia infernale, sembra un dipinto di Bosch, non so come la gente non sia ancora satura di queste situazioni al limite dell'impossibile.
Arrivano qua ragazzotti belli vispi e ben tarchiati, non vedo esili figure denutrite, i veri morti di fame rimangono nei loro paesi, sono nauseanti le scene di gozzoviglia di questi invasori ciondolanti già fin dalla prima ora con lo smartphone in mano, gli stessi che poi trovi a scorrazzare per le strade appollaiati sui muretti e intenti a urlare nei cellulari con voci da baritoni.
Lampedusa sembra costantemente il set di un filmaccio alla Tarantino, o di un filmaccio di quelli americani anni settanta girati nel Bronx, con orde di musi neri raggrumati come grappoli..all'epoca erano ritratti con la radiolina in mano , ora la tecnologia li approvvigiona di mezzi avanzati.
Luigi S.
E' vero, mi ricordo la figura dell'afroamericano che gironzolava per la strada con la radio musicassette stereo, appoggiata sulla spalla, spesso erano anche grandi e pesanti apparecchi.
EliminaServo sciocco. Sarà fucilato fra gli ultimi.
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