Gli Ibo del distretto di Okigwi tagliano ai caduti la testa e le mani, per mangiarsele a casa. I corpi vengono per lo più lasciati sul posto perché troppo pesanti da trasportare. Le mani, e particolarmente i polpastrelli, sono considerati prelibati, e i bambini il cibo migliore. Portare a casa una testa è occasione di una grande festa, nella quale il cacciatore viene onorato e festeggiato. Il valore dell’uomo viene calcolato dal numero delle teste abbattute. Questa tribù appartiene alle poche che occasionalmente torturano i loro prigionieri. Un nemico particolarmente odiato viene alle volte sbranato vivo.
[Tratto da Ewald Volhard – Il cannibalismo, Einaudi Editore, 1949 – pag. 62]
I giovani sono mezzo drogati, alcolizzati, distratti da un sacco di ninnoli. Inconcludenti. Finiranno nella pancia dei baluba, più o meno metaforicamente.
RispondiEliminaNiente perdono agli anziani come me, generazione inetta, post bellica, genio porntieri fra una festa e l'altra, figli di partigiani, feste dell'unità, cammini di Santiago, adesso ridotti allo stato larvale, un sacco di ossa, permanenti mirate ai soli, pochi capelli rimasti, fitte sempre più ampie fra le ciocche, che rivelano la cute tirata a lucido tipo coppale o vernice da barche. Zainetti vuoti ballonzolano mestamente sulle avvizzite chiappe ambosesso.
Noi "boomer" non dovremmo sentirci in colpa e quindi non abbiamo niente da farci perdonare.
EliminaIl mondo lo abbiamo trovato così, in non cattive condizioni, grazie ai nostri padri, e abbiamo sempre agito per il meglio. (Freeanimals)