Ora penso di poter dire, con un certo margine di sicurezza, che quella Tegenaria trovata un anno fa in camera da letto apparteneva alla specie “domestica”, mentre quella che circolava in corridoio stanotte era una Tegenaria parietina. In entrambi i casi, si trattava di maschi in cerca delle femmine, ma la differenza consiste nelle dimensioni generali e nell’addome: grosso, peloso e scuro quello della “domestica”, più piccolo, glabro e con macchie gialle quello della “parietina”. Tra fine agosto e inizi settembre, i maschi lasciano la loro tana tubolare, per andare alla ricerca delle femmine nascoste nella loro, di tana, situata dietro la tela a lenzuolo, che è una caratteristica delle Tegenarie. Non è una tela adesiva come quella di molti altri ragni, ma serve comunque per catturare le prede, insetti e artropodi vari, che dovessero cadervi dentro. Tenendo le zampe anteriori a contatto con la tela, la Tegenaria percepisce le vibrazioni e sa da che parte dirigersi per assalire la preda e inocularle il veleno. Una volta accertata la commestibilità della medesima, se la porta all’interno della tana, per mangiarsela con comodo. Se si tratta di un insetto tossico o corazzato, la lascia perdere e ritorna nella sua postazione. Questo, lo fanno sia i maschi che le femmine, ed è il loro modo di procurarsi l’alimento. L’accoppiamento avviene proprio in questi giorni di fine estate. Dopo di che i maschi muoiono, mentre le femmine cercano un angolino protetto in cui deporre le uova. Poi, anche per loro verrà il momento di lasciare questa terra, ma con comodo, senza fretta, riuscendo a sopravvivere durante i mesi freddi. Del resto, l’ambiente in cui vivono, stalle, cantine e soffitte, gli è favorevole.
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