E’ il secondo nidiaceo di merlo che trovo in giardino. Il primo l’avevo trovato sotto la tettoia dove parcheggio la macchina il 22 giugno scorso. Oggi, 10 luglio, mi sembra strano di trovarne un altro delle stesse dimensioni, perché in diciotto giorni i merli che hanno nidificato tra le fronde del mio alloro non possono aver fatto un’altra deposizione di uova. E’ quindi della stessa covata del precedente e, subito dopo avergli fatto un breve video di sette secondi, è volato via senza alcuna esitazione. Era stamattina presto e lui ha passato la notte lì, tra i tralci delle viti. Tutte le mattine il maschio, alle quattro e mezza in punto, lancia il suo ripetuto grido d’allarme e lo fa probabilmente a causa della minacciosa presenza del gatto rosso dei vicini. Il quale però non è detto che abbia decimato i nuovi nati, non tutti per lo meno. Non questo. Da come è volato via, presumo che possa cavarsela anche nei prossimi giorni, salvandosi dalle grinfie di quel domestico predatore tanto amato dal pubblico. Non da me, giacché i gatti non mi hanno mai molto entusiasmato. Se alle 4.30 comincia a farsi sentire il merlo, in concomitanza con il sorgere del sole, alle 5.00 comincia a lanciare il suo liquido richiamo il rigogolo e se si pensa che viene a volte chiamato anche oriolo (orologio) vi si può trovare una spiegazione. La differenza tra i due tipi di canto è che quello del merlo è un verso d’allarme, mentre quello del rigogolo è per delimitare acusticamente il suo personale territorio, onde gli altri rigogoli stiano alla larga. Che è un po' quello che fanno tutti gli uccelli quando cantano in primavera.
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