sabato 7 settembre 2013

Frutta biodisponibile



Se applichiamo, dalla politica all’economia, la tecnica degli Illuminati intesa a recuperare quella parte di popolazione recalcitrante alle imposizioni mainstream del Sistema, ne risultano delle interessanti analogie. In altri termini, se applichiamo al commercio la tecnica di neutralizzare il potenziale rivoluzionario insito nelle masse, come al momento avviene grazie al Movimento 5 Stelle e come in passato è stato fatto con i Verdi e prima ancora con i Radicali, ne consegue che anche categorie esigenti di consumatori possono essere soddisfatte dall’offerta elargita dall’Establishment.


Entrando nei dettagli, quando il 3 settembre scorso, durante la presentazione fatta dalla dottoressa Manuela Mazzoli presso il ristorante “Ai Gelsi” di Codroipo, del programma e delle finalità di Juice Plus, ho sentito che l’azienda è una multinazionale con sede a Basilea, mi è suonato in testa un campanello d’allarme.
La Svizzera è la patria delle industrie farmaceutiche, l’azienda in questione nasce nel 1970, ha sedi in tutto l’Occidente e vende i suoi prodotti tramite “consumatori soddisfatti”, come vengono chiamati nel depliant, e non in farmacia né in erboristeria. Ciò nonostante, sembra in crescita come numero di clienti.
Sono tre i tipi di capsule venduti dalla Juice Plus: una miscela di frutta, una di verdure e una di bacche. Spremute, disidratate e incapsulate senza l’uso di conservati, OGM e altre diavolerie chimiche. Così almeno sta scritto nei loro volantini.

Se diamo per buona l’ipotesi che il Sistema, obbedendo alla famosa regola del Gattopardo, offre agli elettori piccoli partiti d’opposizione al Sistema stesso, quasi si trattasse di una cura omeopatica, di modo che le persone non soddisfatte possano scaricare la loro rabbia votandoli e sperando di aver trovato chi interpreterà a livello parlamentare i loro giustificati malumori, ciò che l’azienda svizzera fa in ambito consumistico è esattamente ciò che Radicali, Verdi, e possiamo metterci anche Lotta Continua, Rifondazione Comunista e tutti quei satelliti (o meteore) extraparlamentari, hanno fatto nella società ai fini del consolidamento delle medesima.

I piccoli partiti sono scomparsi come neve al sole, a differenza delle grandi formazioni politiche che hanno rinnovato il personale per cambio generazionale, cambiando etichetta ma restando fondamentalmente conservatori e finti riformisti. E questo avviene perché i veri padroni del mondo hanno bisogno di sicurezza e di poter contare su formazioni politiche ampiamente foraggiate, che non li deludano nelle scelte cruciali come quella del nucleare, per esempio. Gli altri, come i Verdi, che sul nucleare hanno basato la loro fortuna politica, sono condannati a restare piccoli ma fungendo da collettori delle paure che si addensano nella coscienza collettiva degli occidentali, soprattutto di quelli che sono stati cresciuti con latte, sesso, droga e rock and roll. Che sono i più imprevedibili.

A fronte degli immensi guadagni racimolati dalle industrie farmaceutiche che vendono cicli di chemio a prezzi altissimi, insieme a medicine a basso costo che permettano di guadagnare sia sulla breve che sulla lunga distanza, in modo cioè sia acuto che cronico, gli introiti di un’azienda come la Juice Plus non raggiungeranno gli stessi livelli di una Novartis, ma una fetta di potenziali malati, ecologisti snob e naturisti non troppo radicali nei loro stili di vita, si potrà raggiungere comunque, permettendo guadagni rispettabilissimi.

La prima obiezione che viene in mente, quando qualcuno ti viene a proporre pillole a base di frutta e verdura è: ma perché non posso mangiare direttamente la frutta colta dall’albero e la verdura tolta dalla terra?
La risposta è che le persone devono essere condizionate a sentirsi dipendenti, esattamente come BigPharma sta facendo da sempre o come le Sette Sorelle hanno fatto con il petrolio. Finché ci sarà un rapporto di dipendenza, ovvero il binomio cliente-fornitore, il secondo potrà prosperare, mentre il primo resterà ingabbiato in una mentalità infantile, schiava e drogata. Il metodo è vecchissimo.
Per avvicinarti a Dio hai bisogno dell’intermediario ed ecco che si forma la casta sacerdotale: lo facevano già a Babilonia.
Per spostarti con un mezzo veloce hai bisogno di chi ti fornisce prima il mezzo e poi il carburante ed ecco che si forma la casta degli industriali automobilistici e petroliferi.
Per stare bene in salute (chi non lo vorrebbe?) devi mangiare ciò che gli ominidi hanno mangiato per milioni d’anni ed ecco che nasce l’industria del benessere di cui Juice Plus fa parte e che ti offre un modo pratico di nutrirti in questo mondo frenetico.

Solo che fare riferimento ai nostri antenati scimmieschi suona male alle orecchie superstiziose e speciste dei potenziali clienti riuniti in assemblea, e allora si evita di dire che la nostra struttura fisica da primati ha bisogno di ciò che l’evoluzione ci ha indirizzato a consumare. Come si evita di fare riferimento a qualsiasi connotazione etica legata al cibo. E infatti, in un’ora di lezione la dottoressa Mazzoli non è stata capace di pronunciare una sola volta la parola vegetariano, né tanto meno vegano. Una che sia una!
Ha fatto però abbondante uso della parola “salute”, seguita da “stress ossidativo” e “radicali liberi”. Tutte paroline che siamo già abituati a sentire in tivù grazie alla pubblicità e che ben si adattano anche a dentifrici, profumi e vivande varie, cominciando da Ernesto Calindri con il suo Cynar…..”contro il logorio della vita moderna”. Un alcolico indicato come mezzo per sopportare lo stress metropolitano. Paradossale! Chi ha una certa età si ricorda che l’attore sorseggiava l’amaro comodamente seduto al tavolo in mezzo al traffico.

Sono passati quarant’anni da quella mitica reclame, ma ancora ci vengono offerte tecniche per combattere lo stress, sia esso ossidativo delle cellule o quell’altro, che tutti conosciamo di persona. Mai nessuno che ci proponga di abolire la fonte dello stress: le automobili rumorose e puzzolenti, la schiavitù del lavoro con mobbing, capuffici e capetti vari, le ingiustizie sociali e la corruzione incancrenita di una classe politico-parassitaria, le tasse e i balzelli, che servono a mantenerla, insieme ai militari e alle loro enormi spese, ecc. ecc.
                                                                                                                                                                  
Dando per scontato che questa società non cambierà mai nella sua essenza, si buttano sui rimedi palliativi, che scalfiscono a mala pena la superficie, ma che fanno tanto chic e che solo la classe medio borghese può permettersi. Gli altri, i proletari, come si diceva una volta, che continuino pure a far la spesa al supermercato! Della crescita morale e spirituale delle persone non si deve far cenno, né durante le presentazioni di pillole in sale affollate, né sui mass-media. Ché tanto c’è già chi se ne occupa, con periodiche apparizioni dal balcone di piazza San Pietro, con frasi che anche un bambino saprebbe pronunciare, insieme a tutti i suoi collaboratori, capillarmente distribuiti sul territorio.

La dottoressa Mazzoli, maestra di yoga e chirurgo presso l’ospedale di Ferrara, non sospetta tutto questo e anzi è una brava e onesta persona, che non ci vede niente di male ad offrire alla gente la possibilità di adottare un’alimentazione salutare, quando non si ha tempo di sbucciare la frutta o di cucinare broccoli e barbabietole. Confesso che al supermercato anch’io, se devo scegliere tra l’insalata in cespo e quella già lavata e tagliata, preferisco la seconda, ma lo faccio perché sono pigro, non mi va di cucinare e preferisco destinare il mio tempo ad altre occupazioni, come la lettura e la scrittura.
Tuttavia, so che tutti noi dovremmo adottare stili di vita più rilassati, anche recuperando l’aspetto sociale del cucinare e del mangiare insieme, convivialmente, ma siccome sono single, con chi dovrei condividere il piacere di sbucciare i piselli e lavare il radicchio? E’ già tanto se non mangio guardando il telegiornale, ma è solo perché in cucina la televisione non ci sta, se no avrei anche questa cattiva abitudine.

Nel depliant c’è scritto che vanno prese 12 tavolette masticabili al giorno, tutti i giorni, quattro di frutta, quattro di verdura e quattro di bacche. Per i minori basta la metà, considerato che le caramelle da masticare sono più gradite ai bimbi. Si suggerisce di far cominciare questo trattamento dall’età di tre anni. Un bel programmino, non c’è che dire! Dipendenti per tutta la vita a partire dalla più tenera infanzia. Solo i pediatri, con le vaccinazioni, sono riusciti a fare di meglio. L’unica scusante è che almeno si tratta di un tipo di dipendenza che non dà effetti collaterali, come le droghe e le medicine. Ma sempre d’infantilismo coatto si tratta, a loro vantaggio e a nostro disdoro.
E se cominciassimo a ridurre l’orario lavorativo così da permettere all’operaio di passare più tempo in famiglia? E se tornassimo a modelli di vita pre-femministi con le donne a casa ad accudire ai figli (o gli uomini, a scelta)?
La gente avrebbe tempo per sbucciare i fagioli e friggere i fiori di zucca. O per coltivare un piccolo orto, magari.
                                                                                                                                                                 
Il 20 settembre prossimo ci sarà una vera conferenza con la dietologa Luciana Baroni e il chimico Massimo Tettamanti, ma io non ci andrò perché Castelfranco Veneto è troppo lontano per me. E anche perché di conferenze di questo genere ne ho sentite a josa. Non verranno vendute capsule, ma spiegate le ragioni di una scelta alimentare cruelty free, come sembra sempre più persone stiano adottando, ma per motivi etici e non tanto per mantenere una buona salute. Quella viene di conseguenza, ma secondo me non dev’essere prioritaria. Altrimenti, tutti gli animalisti, oltre ad essere vegani, dovrebbero essere astemi e non fumare. Dovrebbero anche lavorare di più la terra, stando attenti ai lombrichi e passare meno tempo davanti al computer. E non dovrebbero usare i cellulari per le radiazioni che danneggiano il cervello.

Insomma, cercare di vivere senza danneggiare il maggior numero possibile di esseri viventi è buona cosa, ma un po’ di relax edonistico, o qualche vizio, ce lo possiamo anche permettere, credo. Anche se al momento sto prendendo la zeolite, una capsula al giorno comprata in erboristeria, perché mi sono lasciato suggestionare dal suo effetto chelante sui metalli pesanti, non penso che comincerò a prendere le pastiglie della Juice Plus. Quella presentazione però mi è stata utile, sotto forma di stimolo, perché mi ha ricordato che devo prendermi il tempo di mangiare più frutta e verdura. Come da anni dice Veronesi. Quanto alle bacche, beh, lasciamo perdere. Se capita, in campagna, qualche mora di rovo, se no fischia!
“Di alc si à di murì”, si dice dalle mie parti.



La foto del pubblico in sala è di Anthony Santelia

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