Fonte: Corriere della sera
Cosa ci può dire
della scena jihadista italiana?
«Non ho contatti diretti con nessuno. Sono solo un conferenziere. Prendo spesso parte a manifestazioni e ricevo molte chiamate. Recentemente mi ha chiamato un fratello danese chiedendomi di dirigere una preghiera lì per il ragazzo che ha sparato a Copenaghen. Ricevo questo tipo di richieste, a volte le esaudisco a volte no. Mi hanno anche chiamato dall’Italia, seppure non mi ricordo di casi recenti. Al momento non ho un passaporto, ma se ce l’avessi mi piacerebbe tantissimo venire in Italia e rivolgermi espressamente al Papa per chiedergli conto della sua animosità verso i musulmani».
«Non ho contatti diretti con nessuno. Sono solo un conferenziere. Prendo spesso parte a manifestazioni e ricevo molte chiamate. Recentemente mi ha chiamato un fratello danese chiedendomi di dirigere una preghiera lì per il ragazzo che ha sparato a Copenaghen. Ricevo questo tipo di richieste, a volte le esaudisco a volte no. Mi hanno anche chiamato dall’Italia, seppure non mi ricordo di casi recenti. Al momento non ho un passaporto, ma se ce l’avessi mi piacerebbe tantissimo venire in Italia e rivolgermi espressamente al Papa per chiedergli conto della sua animosità verso i musulmani».
Crede che al momento l’Italia sia a rischio attacchi?« Sì, credo proprio di sì. Non solo dal punto di vista ideologico e politico, visto che l’Islam è in enorme crescita in Italia. Ma soprattutto a causa della sua prossimità all’Africa, soprattutto la Libia, che sta venendo progressivamente annessa allo Stato Islamico. Se volete stare tranquilli, allora giù le mani dai musulmani! Perché vi immischiate negli affari dei musulmani?».
Nessun commento:
Posta un commento