mercoledì 5 aprile 2017

Cerco un centro di lievità permanente


Anche se non sembra, in Madagascar cerco la saggezza, l’amore universale, e sebbene i malgasci siano obiettivamente primitivi e ingenui come bambini, ci sono dei momenti in cui provo amore per loro. E li ammiro per la fatica del vivere, che sanno affrontare con coraggio e determinazione. Lavorano come formiche, sudano e faticano sotto un sole implacabile. Sono schiavi ma non sanno di esserlo. Nascono in un contesto di lotta per la sopravvivenza, ma anche di cooperazione e di attaccamento alle tradizioni animiste che hanno ereditato. Litigano per delle stupidaggini e, se ubriachi, sono capaci di accoltellarsi vicendevolmente. Eppure, li amo. Mi piace sentirli ridere quando mi salutano in francese e io gli rispondo nel loro dialetto, aggiungendo semplici frasi in malgascio che li riempiono di stupore. Come? Un “vazaha” che parla la nostra lingua? A volte però ho l’impressione che ridano di me (Tina dice che sono “mirara”, sospettoso). Ma di solito lascio correre. Se ho la certezza che mi stiano canzonando, ho la frase adatta da contrapporre: “Tsy mamery very”, non prendermi in giro, ma la uso solo se necessario. So anche come mandarli affanculo: “Mandea nany”, ma non uso mai questa espressione. E’ troppo forte.


Ai bambini petulanti e insistenti nel chiedermi denaro, o nello sghignazzarmi dietro le spalle, a volte dico: “Angao ny vazaha”, lascia stare lo straniero. Più spesso, però, la uso quando i bambini danno fastidio ai piccoli animali. “Angao ny valala”, lascia stare le cavallette. “Angano ny lolo”, lascia stare le farfalle. Sì, perché, purtroppo, non avendo adulti che glielo insegnino, non hanno rispetto per nulla di ciò che è vivente e gli basta un bastoncino per andare a caccia di insetti, così, per divertimento. Io in Madagascar cerco la saggezza. Ancora non l’ho trovata, ma in compenso oggi ho trovato un cucciolo morto, lo stesso che la settimana scorsa avevo cercato di accarezzare ma lui era scappato spaventato. I cani in Madagascar fanno una vera e propria vita da cani. Sempre in mattinata, ho dato mezza baguette a un cane di strada, anche lui sospettoso e guardingo, prendendomi l’immancabile borbottio di una donna di passaggio: il “vazaha” dà il pane ai cani, con tanti bambini pieni di fame che ci sono. Vomitevole. E non dico altro!



3 commenti:

  1. Scusa, ma i gatti non ci sono in Madagascar?

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    1. Ce ne sono pochi. Tre etnie su 17 li mangiano. Oltre ai cinesi. Di solito vengono tenuto legati al guinzaglio. Raramente vanno in giro liberi.

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    2. anche i cinesi si stanno evolvendo....aumenta sempre + la domanda di carne suina....
      della serie stanno civilizzandosi come noi,tumori compresi....fino a pochi anni fa erano rarissimi,questo mi è stato riferito personalmente da una donna cinese da poco sposata a un italiano.
      michy

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