In quanto vecchio antivivisezionista, so da molti anni che la
ricerca scientifica basata sull’abuso di animali è Medioevo
oscurantista. Lo è perché il modello scelto per gli esperimenti,
quello che Cartesio e i suoi discepoli chiamavano “corpore vili”,
gli animali da laboratorio, non permette di ottenere risultati utili
e applicabili all’organismo umano. Il Medioevo come
rappresentazione del potere lo vediamo all’opera in questi ultimi
giorni e non perché venga fatto sapere all’opinione pubblica,
facilmente manovrabile con lo strumento della paura, che le cavie
continuano ad essere tormentate inutilmente, ma perché vediamo la
forza bruta del Sistema applicata sui dissenzienti. Lo vediamo nel
caso dei vaccini, sui quali le industrie farmaceutiche hanno il dente
avvelenato e intendono sferrare un attacco decisivo a quanti si
rifiutano di vaccinare sé e i propri figli. Lo abbiamo visto con la
radiazione di Roberto Gava, con la carcerazione di Davide Vannoni e
ora con l’accusa formale rivolta a Lino Bottaro e a sua moglie Rita
di omicidio colposo. Vi rendete conto? Omicidio colposo! Equiparabile
all’omicidio stradale o ad altri casi in cui si è causata la morte
di qualcuno senza volerlo.
A Lino Bottaro, che conobbi anni fa quando mi chiese di
collaborare con Stampa Libera, porgo tutta la mia incondizionata
solidarietà, tenendo presente che anch’io ho avuto problemi con la
giustizia per sabotaggi da me compiuti in favore degli animali. Trovo
scandaloso che oltre al dolore per la perdita della figlia Eleonora,
seguita a quella altrettanto dolorosa del figlio Luca, ora la
magistratura voglia infierire su quei due genitori aggiungendo
amarezza, preoccupazioni, dispiaceri e spese legali al dolore, che
non passerà mai, di aver perso, uno dopo l’altro, gli unici due
figli.
Se volessi ragionare in termini esoterici, direi che i demoni si
stanno vendicando per il lavoro di informazione alternativa che Lino
ha fatto per anni con Stampa Libera. Sembra quasi che gli Arconti
vogliano fargliela pagare, benché si sia solo trattato di un sito
che tendeva a dire la verità, in contrapposizione alle bugie
sistematiche dei mass-media mainstream. Ma, evidentemente, gli
Arconti e tutti i loro seguaci temono moltissimo la verità. Per essi
è come fumo negli occhi.
Non sono però abbastanza esoterico per affermare con
determinazione questo, ma mi limito a dire che alle industrie
farmaceutiche, abituate a passare sopra uomini e bestie come un rullo
compressore, servono capri espiatori da punire esemplarmente, sulla
base del principio maoista “Colpiscine uno per educarne cento”.
Gava, medico cattolico devoto, che fa con dedizione il proprio
mestiere, si è schierato contro i vaccini? Lo espelliamo dall’albo
dei medici! Vannoni, pur non essendo medico, da’ speranze di
guarigione a molte famiglie di pazienti con malattie degenerative? Lo
incarceriamo! Bottaro, in un momento difficile di scelta terapeutica,
sceglie coerentemente la strada più ardua delle Cinque Leggi
Biologiche? Lo processiamo con un’accusa infamante!
Tre onesti cittadini, che hanno capito quanto truffaldina sia la
cosiddetta scienza medica, puniti per le loro idee, sanzionati perché
hanno osato mettersi contro il Verbo infuso della medicina ufficiale,
messi alla berlina, sottoposti al pubblico ludibrio e indicati come
untori e ignoranti e fanatici e oscurantisti, in quella che si
potrebbe chiamare una specie di “proiezione freudiana”. La classe
medica oscurantista, arrogante e bugiarda, accusa i dissenzienti di
oscurantismo. La scienza dogmatica e vivisettoria accusa me di essere
un vandalo nel momento in cui libero delle cavie dai loro sordidi
laboratori. Io ormai sono fuori gioco, le mie avventure le ho vissute
fino in fondo, pagando il mio debito con la giustizia italiana per
tutti i “danni” che ho fatto, ma per Lino e sua moglie il
calvario comincia adesso. Per Davide Vannoni c’è, ora, la durezza
del carcere, di quel carcere in cui i veri delinquenti stanno solo
pochi giorni. O non ci finiscono per niente. Per Gava c’è
l’ignominia di essere stato espulso dalla comunità dei medici, una
specie di ostracismo applicato nella nostra società tecnologica, che
imita quello applicato nelle società primitive quando qualcuno viene
emarginato dal resto del clan e allontanato dal villaggio.
Come diceva Baudelaire, “Trafigga la sua vittima sul corso, o
pugnali il nemico in sanguinosa battaglia, l’uomo è sempre
l’eterno uomo: il più perfetto animale da preda”.
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