Testo di Paolo Sensini
Quando i Padroni del Discorso accusano chiunque di presunte
nefandezze compiute, c'è ben poco da fare. L'iniziativa è
esclusivamente loro, e a tutti gli altri non resta che abbozzare una
qualche difesa, se ne sono capaci. Prendiamo il caso degli Stati
Uniti e dei loro numerosi reggicoda. Durante la prima guerra nel
Golfo (1991), hanno esploso circa 300 tonnellate di uranio
impoverito, che sprigiona una polvere radioattiva altamente tossica e
con dei tempi di decantazione lunghissimi. Bombe e proiettili
all'uranio impoverito sono stati massicciamente usati anche in
Bosnia-Erzegovina (1992-1994), nei 78 giorni di bombardamenti voluti
da Bill Clinton durante la guerra del Kosovo nel 1999 (in Italia,
dalle cui basi partivano gli attacchi, era al governo Massimo
D'Alema), nell'Operazione Enduring Freedom e Anaconda in Afghanistan
(ottobre 2001-marzo 2002), e da ultimo nell'Operazione Odyssey Dawn e
Unified Protector in Libia (marzo-ottobre 2011). Ma nessun Paese o
Tribunale Penale internazionale ha mai osato chiedergli conto del
loro operato.
Secondo Francesco Palese, giornalista responsabile del
sito Vittimeuranio.com e portavoce della medesima Associazione, «tra
i soli militari italiani dislocati in varie zone di guerra vittime
dell'uranio impoverito arriviamo a contare 216 morti, ma è un dato
ancora parziale». Figuriamoci il numero di tutti coloro che sono
stati esposti direttamente o anche indirettamente ai massicci
bombardamenti americani. Ma è sempre il governo degli Stati Uniti
che, ovunque, mette sotto inchiesta gli altri Paesi svolgendo
contemporaneamente tutti i ruoli in commedia: accusa, giudizio e
condanna. L'ultimo esempio è di questi giorni in Siria, dove non
esiste uno straccio di prova di bombe o aggressivi chimici
riconducibili alle truppe regolari, anzi tutte le evidenze
s'indirizzano ai tagliagole islamici sostenuti dalla coalizione
guidata da Washington e Tel Aviv, ma ciononostante il governo di
Bashar Assad è sotto schiaffo della "comunità internazionale".
È la democrazia, bellezza!
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