Lo Stato italiano si è presentato con la testa china, cosparsa di
cenere, davanti alla Corte europea dei diritti umani e ha riconosciuto le proprie colpe. Dico subito che io non mi sento
rappresentato da questo Stato assassino che prima tortura e umilia
liberi cittadini dissidenti e poi ammette di aver esagerato, come se
gli sbirri che hanno versato sangue nella scuola di Via Diaz e nella
caserma di Bolzaneto, nel lontano luglio 2001, non avessero fatto
parte della normalità di un corpo di polizia addestrato ad odiare i
civili. Tutti possono finire nel mirino dei picchiatori in divisa,
basta dimostrare una qualsiasi forma di dissenso verso l’ordine
costituito. Non so chi abbia avuto la faccia tosta di dire ai
rappresentanti della Corte europea che lo Stato italiano s’impegna
ad istituire corsi destinati alle forze dell’ordine, per educarle
al rispetto dei diritti umani, ma del resto siamo abituati al
linguaggio massonico, in cui si dice una cosa e si fa l’opposto. Le
forze dell’ordine, per lo meno quelle che vengono impiegate durante
i cortei di protesta, sono istruite ad odiare il nemico, sia esso di
volta in volta i comunisti, i leghisti, il movimento dei forconi, i
membri del comitato No Tav della Val di Susa o i civili pugliesi che
difendono gli ulivi.
Vengono capillarmente istruiti in modo altamente ideologico sulla
base del vecchio principio secondo cui l’uomo finisce dove comincia
il soldato. Viene attuata un’operazione di scollegamento tra il
cervello e il cuore, perché solo così un bravo soldato, o un bravo
poliziotto, possono obbedire agli ordini, soprattutto quelli che
cozzano con la già flebile coscienza in dotazione a un essere umano
normale. Durante i conflitti bellici ogni nefandezza è lecita, fin
dai primordi della storia umana, ed è strano che quella notte a
Bolzaneto, e prima ancora nella scuola dove furono compiuti gli
arresti, non siano stati commessi stupri ai danni delle donne
prigioniere, come ogni bravo militare fa in guerra. Ne sono seguiti
lunghi anni di processi volti a depistare le indagini, secondo il più
classico dei copioni massonici, con la ciliegina sulla torta di pochi
giorni fa a Strasburgo. Sei dei 65 cittadini, sia italiani che
stranieri, che subirono torture nella caserma di Genova riceveranno
45.000 euro a testa come risarcimento, per un totale di 270.000 euro
dei cittadini italiani. Di modo che, lo Stato assassino continuerà a
sentirsi libero di violare i diritti umani, vere chimere nonché
grida manzoniane, ché tanto a pagare gli eventuali risarcimenti
conseguenti sarà la collettività.
E noi dovremmo continuare a pagare le tasse? Non sarebbe stato
logico che quei soldi fossero stati tolti dagli stipendi dei sadici
psicopatici responsabili del massacro? In un paese civile e meno
ipocrita dell’Italia si sarebbe agito così. Ma l’Italia ha
smesso di essere civile da tanto tempo, ammesso che lo sia mai stata.
Se fosse un paese civile nei fatti e non solo con la bocca, tutti i componenti delle forze dell'ordine dovrebbero fare un bel test psicologico e d'intelligenza. Scommetto che su 1ooo almeno 970 verrebbero scartati per manifesta deficienza neuronale ed empatia prossima allo zero.
RispondiEliminaQui invece si fa tutto il contrario, Vogliono istituire dei corsi adesso per migliorarsi? Naturalmente all'incontrario. Siamo in Italia che diamine, chi va dritto è perduto!
ti:ci:
mi sa che non hai capito.....
Eliminail test che tu indichi avrebbe esito positivo a parte i 30...gli stati (tutti)non vogliono forze armate che usano il cervello,vogliono l'obbedienza agli ordini ricevuti.
l'italia non è l'eccezione.
i problemi in quel caso,sono stati errori nelle procedure...pestaggio di personaggi liberi professionisti conosciuti...ergo con appoggi....
michy
Nella scuola di via Diaz è stata un’orgia di violenza repressa. Anni di condizionamento mentale hanno portato a rilasciare i freni inibitori. A Bolzaneto invece si è dato sfogo allo stesso istinto sadico che si sarebbe più tardi visto all’opera ad Abu Grayb. Il potere dà alla testa. Tanto poi si fa sempre in tempo a chiedere scusa. Gli americani, di norma, non fanno neanche quello. Sono troppo orgogliosi.
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