lunedì 17 aprile 2017

La montagna che ha partorito il porcellino


I media ci avevano fatto sapere che venerdì scorso la portaerei americana Carl Vinson si stava avvicinando alle coste della Corea del nord e che, se ciò fosse successo, il presidente coreano dalla faccia di porcello avrebbe sganciato la Bomba. E quando si dice “La Bomba”, s’intende quella risolutiva e definitiva, che l’Italia non ha mai avuto, se non quelle imposteci dai nostri padroni. Poi venerdì è passato, sabato è passato e anche la domenica di Pasqua è passata, ma non è successo niente. C’è stata, obiettivamente, un’ondata di preoccupazione tra i blogger indipendenti, con tendenze millenaristiche. Da tempo, tra un asteroide che sfiora la terra, l’annuncio di una prossima era glaciale (il global warming non ha molto seguito fra i ricercatori indipendenti) e un ipotetico salto quantico dalla terza alla quarta dimensione, siamo tutti più o meno in attesa di un grande evento che sistemi un po’ le cose e che dia la scossa giusta per raddrizzarle.




Nei giorni della trepidante attesa della fine del mondo, sempre i mass-media ci hanno fatto sapere che gli USA avevano sganciato una superbomba in Afghanistan, chiamata “Moab” (la prossima si chiamerà “Armagheddon”?) del costo di 14 milioni e mezzo di dollari e che aveva ucciso 36 presunti terroristi. Il che significa che ognuno di quei 36 combattenti è costato ai contribuenti americani la bellezza di 400.000 dollari. Che spreco! Non li si poteva far fuori con qualcosa di meno caro? Oppure, non poteva la superbomba ammazzarne 36.000, già che c’era?




Poche ore dopo, il cosiddetto dittatore dalla faccia maialesca, indice una parata militare, schierando tutto l’armamentario nucleare in suo possesso. A far sfilate militari son capaci tutti, ma quando poi si è trattato di lanciare un missile balistico, i mass-media, ballistici per eccellenza, nel senso di conta-balle, ci fanno sapere che è esploso in volo subito dopo il decollo. Se Kim Jong Un aspettava qualche giorno a lanciarlo, che si calmassero le acque e che si spegnessero i riflettori, non faceva una brutta figura, dato che i suoi esperti lo avranno reso edotto della percentuale di fallimento che era in ballo. M’immagino, se veramente è un dittatore come lo dipingono i media (ballistici) occidentali, che abbia dato in pasto ai cani qualche ingegnere spaziale, come sembra abbia fatto con suo cognato che aveva tramato contro di lui.




Invece, il porcello nordcoreano ha voluto lanciare l’arma mentre aveva tutti gli occhi del mondo puntati addosso, e siccome nulla avviene per caso, mi viene il sospetto che sia il lancio che il fallimento del test balistico siano stati voluti. In altri termini, Kim il grassoccio ha voluto farci sapere che non abbiamo nulla da temere perché le sue armi sono spuntate e sono paragonabili a quelle che nella seconda guerra mondiale erano in dotazione degli italiani: si avvicina un aereo? Non preoccupatevi, è un “Macronì”, un ….maccheroni, un aereo italiano e quindi qualcosa si guasterà di sicuro, dicevano gli ufficiali francesi o inglesi per tranquillizzare le proprie truppe.




Kim Jong Un è a capo di un esercito che non fa paura a nessuno, né ai suoi confinanti Cina e Giappone, né tanto meno agli Stati Uniti. A meno che non riesumi la tecnica dei kamikaze del “vento divino”, i marinai americani possono dormire sonni tranquilli nelle loro cuccette.




Questa sua figuraccia non mi convince. Mi fa venire in mente quella dei servizi segreti francesi e belgi subito dopo gli attentati a suon di bombe e camion sulla folla. Anch’essi hanno accettato di fare una figura barbina, per non aver fermato in tempo gli attentatori, dai servizi segreti già conosciuti, purché le stragi venissero portate a compimento. Il che mi induce a sospettare un coinvolgimento dei servizi medesimi nella preparazione e attuazione degli attentati, dando però all’opinione pubblica l’informazione di una falla nel sistema di “intelligence”.





Il fallito esperimento balistico nordcoreano mi fa pensare la stessa cosa: Kim sta al gioco delle parti. Fa il cattivo, ma per ora non spaventa nessuno. Con i servizi francesi e belgi si è chiesta più collaborazione, si è chiesta più Europa. Un giorno i media ci faranno sapere che Kim Jong Un fa parte di una “Ur-lodge”, una superloggia, magari la “Three eyes”, la stessa di cui fa parte Napolitano, Sarkozy ed Erdogan. Oppure la “Athor Pentalfa” di cui faceva parte Osama Bin Laden in compagnia di Bush Junior. E’ tutto un gioco, una messinscena e i massoni di grosso calibro giocano con le nostre paure.

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