I musulmani invadono
l’Europa costruendo moschee, oltre che con l’utero delle loro
donne, ma gli ebrei la invadono con i musei, che sono altrettanti
luoghi di culto quanto può esserlo una chiesa, perché dentro il Meis di Ferrara, per
esempio,
aleggia lo spirito dell’Olocausto, cioè il supplizio di presunti
sei milioni di ebrei, mentre nelle chiese cristiane aleggia il
supplizio di un uomo solo. Nulla
avviene per caso e l’inaugurazione del museo ebraico di Ferrara,
insieme alla scoperta di resti archeologici nelle viscere di Gerusalemme, che
testimonierebbero la presenza ebraica in città da tempi remoti,
avvengono a pochi giorni dalla decisione di Trump di trasferire
l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.
Nell’ambito
della guerra psicologica nella quale siamo perennemente immersi, sia
gli archeologi israeliani, sia i curatori del museo di Ferrara stanno
diffondendo l’antica menzogna che gli ebrei moderni hanno una linea
diretta di sangue con i beduini descritti nel Vecchio Testamento. Noi
e pochi altri sappiamo che ciò non corrisponde a verità. Sappiamo
che nel settimo secolo dopo Cristo un intero popolo, su ordine del
loro monarca, decise di convertirsi all’ebraismo perché incalzato
a occidente dal cristianesimo e a oriente dall’islamismo. Quel
popolo erano i Kazari e scelsero il giudaismo per non perdere la loro
identità facendosi fagocitare o dai cristiani o dai maomettani. Fu
una manovra politica dettata dall’istinto di sopravvivenza e noi
moderni ne capiamo l’importanza che
ebbe all’epoca.
Peccato che a molti
secoli di distanza oggi ci siano i sedicenti ebrei che portano
l’acqua al loro mulino, travisando la storia delle loro origini e
prendendo
in giro l’intera umanità. Tuttavia, se anche
in questo caso si tratta di una questione d’identità etnica, mi
sento meno propenso a giustificarli. Una cosa è adottare un credo
religioso, altra è ingannare milioni di persone per i propri fini.
Senza la favola della continuità storica tra Vecchio Testamento ed
ebrei moderni, lo stato d’Israele non avrebbe la giustificazione
per esistere. E’ un inganno, uno dei tanti, e come tale va
rigettato.
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