Testo di Elena Postir
Piccola Vegan storia
triste. Stasera,
per motivi diplomatici, dovevo essere presente al compleanno di una
persona insieme
ad altri
invitati onnivori in un ristorante onnivoro. E
già la cosa mi stava sul culo, ma dovevo. Pertanto,
mi sono presentata
con tanto di regalo e diplomazia e faccia da culo. Durante
la cena non ho minimamente toccato l'argomento "animali"
perché sapevo a priori che non era terreno fertile e
non ho
criticato le scelte alimentari dei commensali. Io
ho ordinato una super insalata mista e patate al forno (più che
sufficienti per me), ma gli altri criticavano la mia scelta: "ma
non mangi un po' di pesce?". "No, non mi piace e poi oggi
ho pranzato tardi e non ho tanta fame". E
poi: "e qualche proteina no?". Rispondo:
"le ho mangiate a pranzo e nell'insalata ci sono tanti fagioli e
poi adoro le patate al forno". Ho
coinvolto i commensali su discorsi idioti tipo la pensione, il tempo,
le tasse, le vacanze sulla neve, le solite stronzate. Poi, quel
coglione di mio padre che ha 81 anni tutti nel culo, comincia a
raccontare che una volta andava in un ristorante dove periodicamente
cucinavano sulla brace per ore mezzo manzo
ed era buonissimo. Io
a quel punto cominciavo ad avere i sudori freddi e
resto impassibile. Ma
non finisce qui.
Il
cazzone
poi si rivolge a me dicendo: "mi dispiace per mia figlia che ama
tanto gli animali". Non
ha potuto finire la frase perché sotto al tavolo gli ho tirato un
calcio della Madonna
e siccome non aveva capito una minchia gli ho detto nell'orecchio che
per cortesia cambiasse il discorso, visto che io,
vegana, non
lo avevo minimamente toccato. Il vecchio deficiente
ovviamente mi ha guardata e ha detto: "con te non si può
parlare". A quel punto mi sono alzata, ho salutato cordialmente
i commensali e me ne sono andata perché altrimenti non sarei
riuscita a "contenermi". Morale della storia: sono
sempre quelli dalla parte del torto (i torturatori) che cercano
giustificazioni e che rompono il cazzo, perché sanno benissimo di
essere delle merde viziose.
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