giovedì 19 settembre 2024

In nessuna epoca gli uomini hanno desiderato l'estinzione della propria specie


Testo di Bobo

Il partito dell'asteroide in forte aumento è un segno dei tempi. E credo che tutti possiamo concordare che questi siano i tempi peggiori a memoria d'uomo (moderno). Peggiori non per le ingiustizie, le tirannie mascherate, le dittature sanitarie e il rimescolamento sociale, peggiori per la mancanza di empatia sempre più diffusa, dell'arroccamento nei propri convincimenti, nell'aver perso il senso profondo della vita, del suo significato e di quanto valga la pena viverla. I nostri predecessori hanno vissuto in situazioni anche più drammatiche dal lato materiale e sociale, ma non mi risulta abbiano elaborato concetti autodistruttivi per arrivare fino a desiderare l'autoestinzione. C'è qualcosa di malato e di estremamente inquietante in tutto questo, qualcosa che non riesco a comprendere. E comunque amare gli animali e gli esseri umani (con i giusti distinguo e le giuste condanne, per gli umani) sono sentimenti che possono coesistere, uno non deve per forza escludere l'altro.

10 commenti:

  1. Citazione:

    "aver perso il senso profondo della vita"



    Se posso permettermi di riferirmi al Medioevo, qui in Occidente, il senso della vita era stabilito dall'autorità della Chiesa, che non poteva essere messa in discussione, pena la condanna capitale per eresia.

    Il senso della vita, quindi, per un uomo medievale (ora mi sento un po' Barbero) consisteva nel seguire correttamente la dottrina imposta, senza divagare o lasciarsi tentare dal libero pensiero.

    Il senso della vita era lavorare i campi o dedicarsi anima e corpo al commercio, o ad altri lavori che facessero ricco il padrone di turno, non esclusi i grassi prelati del clero.

    Oggi per fortuna ci siamo laicizzati e il senso della vita ognuno se lo deve cercare da solo.

    Per me, il senso della vita è essere felici.

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  2. "nell'aver perso il senso profondo della vita"

    La domanda è quale sarebbe il senso della vita?
    Non può esistere una risposta valida per tutti.
    Il senso della vita è un concetto inafferrabile a livello
    generale.
    E' variabile, poiché variabili sono i parametri:
    il dove, il quando, i costumi, le credenze (che esistono ovunque e plasmano anche chi non crede), le tradizioni, la tua famiglia, etc.
    Le variabili sono tante, per cui il senso non è UNO valido per tutti: per Tizio il senso è uno, per Caio un altro.
    Non c'è uno standard.
    Poiché ognuno ha il suo, che viene modellato dalle tante variabili, se ne evince che un senso UNICO non c'è, così come non siamo tutti uguali in altri ambiti.
    Per un giapponese fare harakiri è per esempio una forma di elevata espressione, per altri popoli è viltà.
    Zenzero

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  3. Concordo con Zenzero.
    Il senso della vita è e può essere solo individuale, ognuno deve cercare il suo.
    Ho scritto cercare non a caso , perché non c' è nessun codice scritto da seguire ma il " senso " o la strada la dobbiamo trovare ognuno dentro se stesso

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  4. Io sono d'accordo con Free: il senso della vita è quello (la felicita) ed è uguale per tutti.
    Il problema è che non tutti ne sono consapevoli o sanno come raggiungerlo.

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    1. Poi ci sono le anomalie: per esempio, per i cacciatori la felicità è uccidere gli animali e io questo faccio fatica a comprenderlo.
      Freeanimals

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  5. Per i masochisti il senso della vita è farsi del male, o almeno, quello che per noi è percepito come farsi del male, a loro procura piacere.....
    Se si legge la vita di alcuni personaggi, si sa di vite fatte di continue autoflagellazioni, rinunzie.....per loro il senso era quello.
    La felicità è un altro concetto astratto.
    Zenzero

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    1. Sono stato spesso felice ma tutte le volte mi trovavo in uno stato di alterazione dovuto all'alcol.
      Freeanimals

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