Aspettando che il contadino finisca di innaffiare il suo campo di mais, con l’idrovora e il relativo cannone spara-acqua, ho trasferito la fototrappola nei boschetti sulla riva sinistra del fiume Stella, da me già conosciuti e frequentati. E che posso raggiungere a piedi. Ma il mio obiettivo restano i tassi, che in tali boschetti non ci sono. Ci sono, o dovrebbero esserci, nei brandelli di bosco planiziale dove il contadino ha allestito la sua ingombrante e rumorosa tecnologia, a breve distanza dalla nidificazione della poiana. Nel frattempo, i tre minuti di registrazione fatta presso lo Stella, non hanno mancato di darmi una bella soddisfazione: un picchio verde filmato per la prima volta e una faina a cui il pane deve piacere così tanto che si è fatta vedere in pieno giorno, permettendomi di osservare il suo lucido mantello estivo e sfatando il mito dell’animale esclusivamente notturno. Il riccio e lo scoiattolo melanico, piccoli folletti girovaghi del bosco, completano il quadretto, insieme alla ghiandaia, uccello forestale che, al pari della faina, dimostra di apprezzare il pane. Nel giardino di casa, il pane lo offro ai passeri (alle cinciallegre semi di girasole), mentre nel “giardino più grande” della natura, il pane lo offro a chi lo desidera. E’ il minimo che posso fare per dimostrare gratitudine verso la bellezza del mondo.
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RispondiEliminaI Troll cominciano così: con commenti innocui.
EliminaPoi, quando hanno conquistato la fiducia dell'interlocutore, sfoderano l'aculeo velenoso.
E inoltre, al pari della mafia ebraica che li paga, fanno affidamento sulla memoria corta dei Gojim, per poter ripetere i loro inganni fraudolenti.
Ma a volte, certi Gojim, hanno la memoria più lunga del normale.