Solo
una decina di giorni fa è bastato evadere il pagamento dell’IMU per indurre
Josefa Idem, il Ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche
giovanili, del governo Letta a dare le dimissioni, adesso qualcosa di
incomparabilmente più grave è stato commesso dal Ministro degli esteri Emma
Bonino.
Il
fatto è noto a tutti (o forse bisognerebbe scrivere “dovrebbe” essere noto a
tutti, dato che i principali quotidiani hanno rapidamente fatto passare la
notizia in secondo piano), l’aereo presidenziale con a bordo il Presidente della
Bolivia Evo Morales si è visto rifiutare il permesso di sorvolo del territorio
di Francia, Spagna, Portogallo e anche di quello italiano, nonostante un
precedente accordo col quale il nostro Paese aveva invece concesso tale
autorizzazione.
La
motivazione addotta per il grave gesto è stato il sospetto che a bordo
dell’aereo presidenziale si trovasse Edward Snowden, il protagonista dello
scandalo Datagate, seguito alla
divulgazione di informazioni legate all’attività di spionaggio operata dalla
NSA (National Security Agency),
l’agenzia per la sicurezza nazionale degli USA, che ha fatto conoscere al mondo
intero le attività di spionaggio che il Governo degli Stati Uniti ha operato ai
danni sia di comuni cittadini statunitensi, che di esponenti politici e dell’economia
di paesi che figurano tra gli alleati.
Ma
di fatto il permesso già accordato non poteva essere revocato senza configurare
una grave violazione del diritto internazionale e della sicurezza stessa del
Presidente boliviano e di tutti i passeggeri e i piloti del volo, come
ampiamente spiegato ad esempio sulle pagine del Fatto Quotidiano:
Come
sottolineato da alcuni studiosi, negare lo spazio aereo a un aereo
presidenziale in precedenza debitamente autorizzato, cozza contro varie norme
del diritto internazionale. Innanzitutto contro quelle volte a proteggere le
immunità personali e funzionali dei Capi di Stato.
Che
sono norme fondamentali cui si può derogare solo in caso di crimini
internazionali che qui ovviamente non sussistono se non, eventualmente, da
parte degli Stati Uniti. Infatti Snowden, che peraltro non si trovava
sull’aereo presidenziale boliviano, è accusato solo di violazione delle leggi
statunitensi. E tale presunta violazione è stata compiuta in omaggio a un
superiore principio giuridico per denunciare le gravi illegalità commesse dal
governo degli Stati Uniti.
L’onore
della comunità internazionale e la salvaguardia dei principi fondamentali del
suo diritto sono nelle mani del governo boliviano e degli altri Stati,
latinoamericani e non, che hanno giustamente e fortemente protestato contro
questa grave violazione del diritto internazionale.
Sulla
mancata conferma dell’autorizzazione italiana c’è stata subito confusione, una
tardiva comunicazione del Ministro ha cercato di farla passare come un atto
automatico, infatti il permesso sarebbe decaduto nel momento in cui l’aereo è
atterrato fuori programma (costretto dai divieti, anche quello italiano?) a
Vienna.
Stranamente
però il governo boliviano convocherà anche l’ambasciatore italiano a La Paz per
avere spiegazioni sull’accaduto, come ci fa sapere il Messaggero: “Snowden,
giallo sullo stop all’aereo di Morales. La Bolivia convoca ambasciatori
d’Italia e Francia“.
Ora
si dà il caso che la persona responsabile della nostra politica estera in
questo momento sia il Ministro Emma Bonino e che quindi la stessa debba essere
chiamata a rispondere della violazione del diritto internazionale che sembra
essere avvenuta in questa circostanza, ma va segnalato il fatto che nessun
organo d’informazione, neanche quelli che hanno denunciato l’accaduto, chiami
alle sue responsabilità il Ministro Bonino, che evidentemente beneficia di un
trattamento del tutto particolare se, come ricordato, si fa un paragone con
quanto avvenuto solo pochi giorni prima al Ministro Josefa Idem, costretta alle
dimissioni per aver aggirato il pagamento dell’IMU.
In
precedenza il Ministero presieduto dalla Bonino aveva anche rifiutato di
prendere in considerazione la richiesta di asilo politico con la motivazione un
po’ pilatesca che la richiesta, essendo stata presentata via fax anziché di
persona, non è conforme alle regole vigenti.
Ieri
poi finalmente il Ministro ha preso posizione dichiarando che la richiesta non
può essere comunque accolta perché “è in gioco la fiducia tra alleati”, come
riferisce il Corriere della Sera in un articolo i cui commenti non lasciano
dubbi su cosa pensi la gente di queste faccende. Resta il fatto che il Ministro
degli esteri sembra applicare la legge in base a personali convenienze, per cui
nella vicenda del Presidente Boliviano la Bonino non si fa problemi ad andare
contro le regole, salvo poi, nel caso della richiesta di asilo, diventare più
scrupolosa di un giurista bizantino e fermarsi di fronte ad un vizio formale.
I
motivi per mettere sotto accusa il comportamento del Ministro degli esteri sono
forti ed evidenti e sono sia di natura legale che politica, una politica
incerta, pasticciata e piena di punti poco chiari, in poche parole
incompetente. Ma Emma Bonino è una di quelle figure delle quali è vietato fare
anche la più leggera critica, e infatti nessun riferimento al suo ruolo
ministeriale è presente anche negli articoli critici verso la condotta italiana
nella vicenda Snowden.
Bonino,
una specie di santa laica, Bonino l’intoccabile, tanto da non essere neanche
nominata dalla stampa più contestatrice. Chi si schiera per la verità sugli
abusi delle autorità USA sia
coerente fino in fondo e ne chieda le dimissioni.
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