Fonte:
L’Officina
Testo
di Beppe Giuliano
«Non
senza travaglio, votiamo la fiducia». Peggio di così non poteva finire. Peggio
degli insulti che la canaglia gli ha rivolto oggi all’uscita del Senato della
Repubblica.
Peggio
della defezione dei suoi più stretti collaboratori. L’ennesima rottura con una
componente del suo rassemblement. Peggio dell’esclusione dal Senato che oramai
viaggerà veloce, avendo visto che il Cavaliere non ha più truppe attorno a sé a
fare quadrato. Peggio dell’ordine di arresto che il primo procuratore a caccia
di titoli da prima pagina richiederà da Napoli, Milano o Bari.
Non
è l’8 settembre, è Caporetto. Col sospetto fondato che la sera prima dell’assalto
gli alti ufficiali dell’una e dell’altra parte trattavano il passaggio dei
vincitori attraverso le linee lasciate senza difesa.
Forse, come la Fenice, riuscirà a risollevarsi anche da questa debacle. Ma se così non fosse non poteva esserci fine peggiore. Nel dileggio.
Per
questo, senza ironia, oggi dico: Salvate il soldato Berlusconi. Da sé stesso.
Dai suoi consiglieri, dai suoi avvocati, dalle sue virago e dalle sue
olgettine. Non buttiamo via così
due decenni di storia collettiva. E il primo passo deve farlo lui adesso. Deve
prendere in mano quel discorso da statista che in queste settimane non ha mai
voluto scrivere. Per dire, dal Senato, foss’anche l’ultima volta, al suo Paese
che anche da Poggioreale lui sarà sempre uno statista, che per amor di Patria
accetterà un verdetto che considera ingiusto, iniquo e bugiardo. Che da
innocente pagherà un alto prezzo personale per salvaguardare le istituzioni e
ridare pace al Paese “che ama”.
Che da questa vicenda lo statista tornerà più forte e che non lascerà
nel ridicolo l’area dei moderati che ha costruito.
E’
in momenti duri, difficili, che uno statista blocca la cifra della propria
opera. E’ a Gettysburg che Abramo
Lincoln fissò per sempre il senso della guerra civile.
E’
al Senato che può (e deve) farlo ora Silvio Berlusconi.
Conosco solamente tre uomini e mezzo che hanno attraversato la storia di questo paese dei caki negli ultimi decenni del secolo scorso: "Il male assoluto, Enrico Mattei, Aldo Moro ed il mezzo Bettino Craxi, pur salendo nel pennone più alto non ne scorgo altri all'orizzonte.
RispondiEliminaPer Billy the kid,
ha voluto toccare i gay nel blog di Franceschetti?
Ben gli sta!
Per Billy the kid:
RispondiElimina.....ah, ecco dov'eri sparito!